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"Bando costruito su misura": polemica su concorso interno all'Ars

Due dipendenti, operatori della sicurezza, sono indicati come possibili vincitori del concorso per segretario parlamentare. Ambiscono a una paga da 5.700 euro. Scatta l'accusa da parte dei sindacati

PALERMO. Come in un film di Fantozzi ci sarebbero due dipendenti dell’Ars entrati a Palazzo dei Normanni a chiamata diretta come precari, circa vent’anni fa, ma capaci di scalare nel tempo le gerarchie dell’amministrazione. Da salariati, cioè addetti a manutenzioni e lavori manuali, sarebbero diventati senza un concorso pubblico prima commessi, poi operatori tecnici della sicurezza e adesso sono indicati dai sindacati come i possibili vincitori del concorso interno per segretario parlamentare addetto alla sicurezza.
Loro - dicono i sindacalisti - assieme a un altro dipendente, hanno partecipato a un corso di formazione, pagato dall’Assemblea, che attribuirebbe un punteggio determinante. Così è esplosa la protesta dei sindacati: Cisl Ars, Cgil Ars, Sindacato assistenti parlamentari, Sindacato segretari parlamentari e Sindacato coadiutori parlamentari. In corsa ci sono 12 candidati, che ambiscono a una busta paga da duemila a 5.700 euro netti al mese in base all’anzianità di servizio. Per altro, secondo i sindacati, la vittoria garantirebbe pure un’indennità di ricostruzione carriera pari a circa 30-40 mila euro. Il 17 settembre prossimo, giorno della prova scritta del concorso, i lavoratori si asterranno dal lavoro per denunciare «gravi vizi di legittimità e di merito del concorso».
Una tesi smontata da Paolo Modica, segretario generale aggiunto di Palazzo dei Normanni: «Il concorso - dice - è in linea con il regolamento interno e si muove nei limiti previsti dalle sentenze della Corte costituzionale. Su questo si sono espressi l’ufficio legale dell’Ars e l’ufficio del personale parlando di piena legittimità delle procedure. Tra l’altro ad oggi non c’è neanche alcun ricorso pendente, per cui non si capisce il perché di questa battaglia sindacale. Prendo atto della protesta contro un concorso interno. A questo punto, se lo ritengono, vorrà dire che sarà l’ultimo».
A presiedere la commissione è il deputato del Pdl Santi Formica, mentre i componenti, spiega Modica, sono docenti universitari e figure qualificate e supert partes. Ma le organizzazioni dei lavoratori sono sul piede di guerra. «Il problema - dice Gigi Caracausi della Cisl - riguarda la mancanza di concertazione sindacale. Senza dimenticare le modalità del concorso. Insomma, In Sicilia l’Ars non teme la spending review». Secondo i sindacati «il principio di buon andamento della pubblica amministrazione non può prescindere dal requisito costituzionale di accesso ai ruoli mediante concorso pubblico, l’unica modalità concorsuale che è imprescindibile a maggior ragione trattandosi di un Parlamento, e che assicurerebbe la migliore selezione di personale competente e preparato assicurando la partecipazione di tanti giovani disoccupati».
E in effetti nel 2006 era stato già bandito e poi annullato un concorso pubblico, per titoli ed esami, a
cinque posti di segretario parlamentare di prima fascia, nel quale rientravano le figure degli addetti alla sicurezza. «Ma il concorso in questione è diverso da quello del 2006», precisa Modica. Secondo i sindacati, inoltre, il bando sarebbe cucito su misura per alcuni candidati: primo, perche «non prevede il possesso della laurea, bensì il solo diploma di scuola superiore, senza alcuna votazione minima», e secondo perchè «fra i concorrenti, vi sono alcuni dipendenti (già promossi in passato con un’analoga procedura concorsuale interamente riservata) ai quali l’amministrazione, ha già garantito la partecipazione a corsi di formazione in materia di sicurezza, ai quali nel bando del suddetto concorso, viene attribuita una valutazione, in termini di punteggio, superiore addirittura a quello attribuito alla laurea». Per Modica, però, «il punteggio per queste competenze è stato ridotto al minimo».

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