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Ciclone Renzi: nel Pd torni la passione

Il sindaco di Firenze prepara la campagna per le primarie. D’Alema lo attacca: “Agisce contro il gruppo dirigente del partito e contro tutti i potenziali alleati di governo del centrosinistra”

MODENA. Matteo Renzi è stato in America a scuola d'emozioni da Obama e cercherà di trasferirle nella sua campagna elettorale per le primarie. Che da giovedì lo porterà in giro per l'Italia con il camper per cercare di convincere il popolo del centrosinistra che lui è meglio di Pier Luigi Bersani. Massimo D'Alema è intanto tornato ad attaccarlo: "Registro con amarezza che sembra essere sostenuto soprattutto da quelli che il Pd al governo non lo vogliono".     
Ma Renzi scrolla le spalle, non risponde agli attacchi del presidente del Copasir e annuncia che la sua campagna elettorale sarà imperniata sul rispetto. Ha fatto le prove generali a Modena, alla festa del partito, in una delle federazioni più grandi del Pd. E ne è uscito con la consapevolezza che in queste primarie non parte certo battuto: suoi sono stati gli applausi più fragorosi di una platea fatta in larga parte di iscritti, che si è addirittura lasciata andare a qualche fischio quando il sindaco modenese Giorgio Pighi, interlocutore di Renzi, ha tentato una difesa d'ufficio degli attuali vertici del Pd.    
D'Alema, invece, lo ha incalzato sui contenuti, sostenendo che la campagna del sindaco di Firenze "appare essere rivolta non alla costruzione di una prospettiva di governo, ma esclusivamente contro il gruppo dirigente del Pd e tutti i potenziali alleati di governo del centrosinistra. Che cosa proponga Renzi nei contenuti ancora non l'ho capito". Renzi assicura che di contenuti comincerà a parlarne presto, tempo una settimana quando il suo camper salperà da Verona per il giro d'Italia in vista delle primarie. "Parleremo dell'Italia che abbiamo in testa - ha assicurato - per oggi per domani. Noi partecipiamo con rispetto ed umiltà, rinnovando a Bersani amicizia e affetto perché non è una gara gli uni contro gli altri, ma per il bene dell'Italia. Faremo questa gara senza litigare, ma raccontando idee diverse: noi siamo perché cambi il gruppo dirigente, vadano a casa quelli che da vent'anni sono in Parlamento e si rottamino le idee che hanno portato l'Italia a non funzionare".     
E proverà, soprattutto, a far leva non solo sulle idee, ma anche sulle emozioni, proprio come insegna la convention democratica americana di questi giorni di cui Renzi è stato ospite. Le primarie quindi sono partite ancor prima che si sappia come e quando si faranno. I plenipotenziari dei candidati sono al lavoro per definire i dettagli: Renzi ha detto di non voler mettere bocca sui regolamenti, a patto che non si metta in discussione il punto fermo che ha anche riconosciuto Bersani, ovvero che le primarie siano aperte a tutti e non si limiti il voto ad iscritti o registrati. Se Renzi condurrà una campagna elettorale pancia a terra per due mesi e mezzo, Bersani non potrà certo stare a guardare. La sua, di campagna elettorale, di fatto comincerà domenica quando parlerà della sua idea di Italia e di Pd nel rituale comizio di chiusura della festa nazionale di Reggio Emilia.

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