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Pd, corsa tra gli uscenti: dieci big in bilico

I meccanismi della legge elettorale metterebbero a rischio la rielezione di una decina di deputati, che provano a correre ai ripari tentando di candidarsi non nelle liste del Pd ma ad esempio in quella a sostegno di Crocetta

PALERMO. «Il problema ce l’hanno risolto loro»: nel Partito democratico la linea di apertura immediata agli autonomisti è sfumata  velocemente dopo la rottura dell’asse Miccichè-Lombardo con il Pdl. La spaccatura del centrodestra ha rassenerato gli animi dei big del partito, convinti adesso di avere maggiori chance di vittoria. Ma in casa Pd scoppia il caso degli uscenti: i meccanismi della legge elettorale metterebbero a rischio la rielezione di una decina di deputati, che provano a correre ai ripari tentando di candidarsi non nelle liste del Pd ma ad esempio in quella a sostegno di Crocetta. Una mossa non condivisa da tutto il partito, che proverà a trovare un’intesa nella riunione della Direzione prevista domani pomeriggio a Palermo.

La questione riguarda il risultato elettorale delle scorse elezioni regionali. Nel 2008 il premio di maggioranza venne attribuito alla minoranza perchè il centrodestra, grazie alla netta affermazione di Raffaele Lombardo contro Anna Finocchiaro, superò i 54 deputati. Allo stesso tempo, nessuna delle altre liste andò oltre il cinque per cento, per cui tutti i resti vennero attribuiti al Pd, che riuscì a portare a Sala d’Ercole il risultato record di 29 parlamentari. A Siracusa, ad esempio, Bruno Marziano ricorda che «noi con 50 mila voti portammo all’Ars tre deputati, mentre il Pdl con 70 mia voti ne fece eleggere solo due». Per Giovanni Barbagallao fu «una circostanza irripetibile davvero». A conti fatti, sarebbero almeno dieci i deputati a rischio rielezione. I big del partito stanno correndo ai ripari tentando di candidarsi ad esempio nella lista a sostegno di Crocetta, che in sostanza garantisce l’effetto trascinamento e offre maggiori garanzie. «Ma bisogna rafforzare il simbolo del partito - prosegue Barbagallo - dobbiamo lavorare al servizio del Pd in vista delle elezioni nazionali e metterci al servizio della gente. Io ad esempio non mi ricandido e sosterrò i giovani». Una posizione non condivisa da altre aree e che sarà discussa in Direzione.

In competizione ci sono deputati di tutte le province. A Siracusa difficilmente sarebbero rieletti nella stessa lista del Pd Bruno Marziano e Roberto De Benedictis, che se la vedranno pure con un candidato dell’area Innovazioni. «Ma correremo tutti in una lista col simbolo del Pd» assicura Marziano. A Enna Salvatore Termini potrebbe non ricandidarsi, e questa decisione aprirebbe la strada a Elio Galvagno. A Trapani sarebbero in competizione Giacomo Scala, Baldo Gucciardi e Camillo Oddo. Ad Agrigento la sfida metterebbe in bilico Giovanni Panepinto e Giacomo Di Benedetto. Potrebbero nascere problemi pure a Ragusa con le candidature di Roberto Ammatuma e Giuseppe Di Giacomo. A Catania degli uscenti dovrebbe correre solo Concetta Raia mentre a Messina sono pronti a riproporsi Francesco Rinaldi e Giuseppe Laccoto.

In Direzione si parlerà comunque pure di programmi e soprattutto il segretario Giuseppe Lupo proporrà la ratifica della candidatura di Rosario Crocetta. L’area Mattarella proporrà a Crocetta di «irrobustire nella sua attività di comunicazione la parte del programma e del profilo politico piuttosto che le vicende personali che non interessano gli elettori». Ci sarà pure da chiarire il nodo del limite alle candidature, che vieterebbe di ripresentarsi dopo tre legislature. «Ma credo che il limite previsto dallo Statuto - spiega Enzo Di Girolamo - vada interpretato come 15 anni di attività parlamentare complessiva». In questo modo, sarebbero salve le posizioni di molti parlamentari del Pd.
Intanto, a sinistra Claudio Fava ha letto la spaccatura tra autonomisti e Pdl come un’opportunità di vittoria in più. Ma la possibilità di raggiungere un’intesa con Italia dei Valori, resta legata al risultato di Leoluca Orlando, in pressing sul magistrato Antonio Ingroia per convincerlo a candidarsi. Il pm antimafia ieri ha comunque negato questa ipotesi.

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