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Regionali, rapporto senza tregua tra Cascio e Miccichè

Il dialogo sembra correre sul filo del rasoio. Grande Sud attacca: "Il Pdl chiede una poltrona per il presidente dell'Ars". La replica dal Pdl: "Non è vero, pensa solo al partito"

PALERMO. Per allentare la tensione, autonomisti e berlusconiani avevano tentato di limitare al massimo dichiarazioni e persino comunicati stampa. Ma tra i due partiti ieri si è consumato l’ennesimo scontro a distanza che non semplifica il dialogo. Segnali che gli azzurri leggono come il tentativo di Miccichè di tenere alta l’attenzione per garantirsi maggiori garanzie alle prossime elezioni nazionali. Ma anche i fedelissimi di Lombardo continuano a relegare agli azzurri un ruolo secondario nella coalizione, in attesa che il Pd sciolga il nodo alleanze.
Una questione che è centrale anche nel Pdl. Ieri a Giardini Naxos ne hanno discusso i tre coordinatori del partito, Dore Misuraca, Giuseppe Castiglione e Domenico Nania, che per rivendicare il ruolo del partito nella scelta di Musumeci hanno scelto la via dei contenuti: la prossima settimana presenteranno alcuni punti programmatici che saranno sottoposti all’attenzione del candidato alla Presidenza. Ma il percorso è a ostacoli e gli autonomisti non risparmiano attacchi ai berlusconiani.
Ieri è stata la volta di Costanza Castello, coordinatrice nazionale dei Club di Grande Sud, il movimento guidato da Miccichè. «Le alleanze durature - ha detto - devono basarsi necessariamente sul principio della verità. È giunto il momento di fare chiarezza. Nonostante Gianfranco mi abbia pregato più volte di non esprimermi a riguardo - ha aggiunto - nessuno da Grande Sud al Partito dei siciliani, da Leontini al Pid, ha mai posto una questione legata alle poltrone. L’unico che ha chiesto delle garanzie per un suo uomo è stato il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Il garantito Francesco Cascio».
Attacco respinto al mittente dai fedelissimi del presidente dell’Ars. «Non ho la fortuna di conoscere la signora Castello - ha risposto Alessandro Anello, consigliere comunale del Pdl a Palermo - ma alla stessa voglio ricordare che il presidente Francesco Cascio, nelle tre competizioni elettorali in cui ha partecipato, ha sempre garantito non soltanto se stesso ma anche la coalizione, prendendo 11 mila voti nel 2001, 18 mila nel 2006 e 22 mila nel 2009. E addirittura nel 2006, da candidato alle Regionali, per consentire a Miccichè di essere il primo degli eletti, lo ha pure votato e fatto votare nonostante Cascio stesso fosse candidato. Questo giusto perchè il futuro si costruisce sulla verità. Le menzogne e le insinuazioni creano soltanto rancori e incomprensioni».
Il rapporto tra Miccichè e il Pdl sembra correre sul filo del rasoio. L’ex sottosegretario avrebbe di nuovo richiesto un unico interlocutore nel Pdl al posto dei tre coordinatori, tagliando di fatto fuori dal dialogo l’ala catanese che mal digerisce l’accordo con Lombardo. Un diktat non gradito dal partito che comunque vede in Misuraca il principale interlocutore di Miccichè. A ricucire il rapporto è pure Musumeci, che ieri ha annunciato che nelle liste a suo sostegno «saranno esclusi eventuali candidati rinviati a giudizio per fatti di mafia o per reati contro la pubblica amministrazione. Di questo - ha aggiunto - in verità non ho parlato con i possibili alleati perchè sono certo che non potrà che esservi unanime condivisione».

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