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Arriva il partito dei sindaci

Un candidato di rottura con la casta, nessun deputato uscente in lista e stop ai partiti tradizionali: in questi tre punti è incarnato lo spirito di un nuovo movimento che si affaccia lungo il cammino verso le prossime elezioni regionali. C’è già uno slogan: «Il coraggio di osare»

PALERMO. Un candidato di rottura con la casta, nessun deputato uscente in lista e stop ai partiti tradizionali: in questi tre punti è incarnato lo spirito di un nuovo movimento che si affaccia lungo il cammino verso le prossime elezioni regionali. C’è già uno slogan: «Il coraggio di osare». «Sì, chiamatelo il partito dei sindaci» dice Lucio Di Gangi, primo cittadini di  Bompietro , Comune di 1.500 anime arroccato sulle Madonie, in provincia di Palermo. Ed è proprio dagli agguerriti sindaci di questa zona montuosa che sta per nascere una nuova lista che vanta già l’interesse di un autorevole primo cittadino: da Palermo, Leoluca Orlando sarebbe disposto a mettere da parte il simbolo di Italia dei Valori per aderire al progetto politico dei colleghi.

Con loro ha già scambiato idee e ha richiesto via mail il loro programma. «Non so più quante adesioni abbiamo raccolto - dice Di Gangi - tutte trasversali. Oggi ha un senso parlare di destra o sinistra? Sono concetti vetusti. Il movimento conta le adesioni dei sindaci di Baucina, Gangi, Collesano, Termini Imerese, Camporeale, pure Resuttano in provincia di Caltanissetta e Sperlinga nell’Ennese. Abbiamo registrato l’interesse di giovani amministratori, con giovani amministratori e persino qualche prete».

Tra i parroci che avrebbero proposto idee e offerto il loro contributo c’è pure il prete di Castellana. Lunedì prossimo a Termini Imerese è previsto un mega raduno, una sorta di convention nella quale si discuterà su programmi e candidature. Al momento il movimento conta una sorta di comitato ristretto decisionale. E al vaglio ci sono tre simboli con grafiche diverse: «Ma tutte hanno al centro i temi dell’ambiente e del territorio, che sono fondamentali per noi. Siamo contro i partiti che hanno affossato il territorio. Le politiche regionali e nazionali hanno fallito. La situazione dell’economia reale nell’Isola è drammatica. La Sicilia accusa un grande danno all’immagine ed è considerata come una palla al piede per il Paese».

I sindaci hanno stilato un documenti nel quale analizzano una situazione politica che sarebbe a loro favore: «Questo è il nostro motto: rispondere alla crisi dei partiti e della politica con la forza e gli interessi dei territori». Possibilità di intese con gli autonomisti di Miccichè e Lombardo? «Non scherziamo - dice ancora Di Gangi - ma ci rendiamo conto di quanto è stata maltrattata la Sicilia?». Per questo motivo, in una sorta di manifesto diffuso ieri, i sindaci scrivono di essere «pronti a scendere direttamente in campo anche sotto il profilo elettorale, possibilmente con un sindaco candidato alla Presidenza per portare avanti le esperienze maturate nei singoli territori a partire proprio dai Comuni medio-piccoli che, per la loro dimensione, purtroppo, sino ad oggi, non hanno trovato adeguata tutela nelle competenti sedi istituzionali». Il nome, però, non dovrebbe rientrare tra quelli che hanno lanciato il movimento. «Sarebbe autoreferenziale - spiega Di Gangi - siamo certi che il disagio degli amministratori locali della nostra Regione non è isolato. Riteniamo che sia necessario contrastare i "tanti" che vengono dalle nostre parti a caccia di voti per poi scomparire lasciando soli gli amministratori locali a fronteggiare,con armi spuntate ed inadeguate, i tanti bisogni delle nostre comunità».

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