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Regione, il dopo-Lombardo: è caos nel Pdl

La corazzata berlusconiana perde un altro pezzo in Sicilia e mentre scatta il rush finale per la scelta della candidatura a Palazzo d’Orleans, fra Gianfranco Miccichè e Roberto Lagalla, si trova costretta a fare i conti a livello locale con le fibrillazioni dei deputati, sempre più critici con le scelte dei vertici

PALERMO. Alberto Campagna lascia il Pdl e passa all’Udc. La corazzata berlusconiana perde un altro pezzo in Sicilia e mentre scatta il rush finale per la scelta della candidatura a Palazzo d’Orleans, fra Gianfranco Miccichè e Roberto Lagalla, si trova costretta a fare i conti a livello locale con le fibrillazioni dei deputati, sempre più critici con le scelte dei vertici.
Campagna, deputato palermitano eletto con 12.500 preferenze, aveva rassicurato Alfano appena pochi giorni fa. Invece ieri ha rotto gli indugi e ha annunciato il suo passaggio all’Udc: «Non mi riconosco più in un partito che ha fatto scelte non condivisibili. Ho trovato nell’Udc spazi politici e coinvolgimento». Frasi che Giuseppe Castiglione, coordinatore del Pdl, traduce così: «Evidentemente aveva timore di non essere rieletto candidandosi in una lista come quella del Pdl, dove troverebbe avversari più forti di lui».



Tuttavia la mossa di Campagna porta l’Udc a 11 deputati e fa scendere il gruppo parlamentare pidiellino da 18 a 17. Alfano deve gestire anche la fronda messa insieme dal candidato autonomo alla presidenza Innocenzo Leontini insieme con Edoardo Leanza, Nino Beninati e Fabio Mancuso: pronti a mollare gli ormeggi per una lista con il Pid che potrebbe allearsi pure con il Nuovo polo. Anche per questo motivo la scelta di Campagna ha fatto saltare il coperchio della pentola a pressione. Salvino Caputo, deputato palermitano, chiede al partito chiarezza e rapidità sul candidato alla presidenza: «Non condivido il comportamento di chi lascia il proprio partito. Sono comunque convinto che il Pdl deve uscire da questa fase di attendismo e indicare subito candidato e coalizione». Nel frattempo infatti i passaggi verso l’Udc non sono limitati all’Ars. A Siracusa tre consiglieri provinciali - Giuseppe Passante, Francesco Saggio e Massimo Prado - tre giorni fa hanno compiuto lo stesso percorso. Vincenzo Vinciullo, deputato e leader provinciale dall’estrazione ex An, chiede una scossa ai vertici: «Ai miei compagni di partito dico che io morirò in trincea guardando il sole, loro in fureria sotto i tavoli».
L’accelerazione chiesta in Sicilia si intravede all’orizzonte. A Roma è sempre più vicino l’annuncio di una convergenza del Pdl su Miccichè. Ci sono da superare però i malumori degli esclusi nella corsa a Palazzo d’Orleans, con l’area catanese che pressa perchè puntare sul leader di Grande Sud non si traduca in un’apertura al nuovo Mpa di Pistorio: «Se fosse così, il cammino sarebbe complicato» sintetizza Castiglione. E pure Francesco Cascio non ha nascosto il suo disappunto confermando il tentativo - poi fallito - di un gruppo di deputati di firmare un documento contro Miccichè.



La decisione è rinviata a un confronto con Berlusconi atteso in settimana. Prima, lunedì, a Palermo si riuniranno i vertici regionali e provinciali. Ma nel frattempo le tessere del puzzle restano distanti. Sempre da Catania, il sindaco Raffaele Stancanelli teme che nè Lagalla nè Miccichè possano allargare la coalizione: «In queste elezioni ci giochiamo la capacità di essere protagonisti. Servono liste e candidati capaci di aggregare, altrimenti il Pdl rischia l’implosione». Stancanelli è espressione dell’ala dialogante col Nuovo polo.



In questo clima e con Lombardo pronto ad anticipare il voto al 7 ottobre, c’è appena qualche giorno di tempo per formare le liste. A Palermo Francesco Scoma si è sospeso dalla carica di coordinatore (che fa gola a Diego Cammarata) perchè gli avrebbe impedito di candidarsi. Scoma è il primo ad avere invaso la città di manifesti. Nella lista in via di definizione ci sono campioni del consenso: gli assessori provinciali Giuseppe Di Maggio e Dario Falzone, Marcello Tricoli, Piero Alongi, Salvino Caputo e Francesco Cascio. Tutti in attesa di conoscere il nome del candidato presidente e degli alleati.

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