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Regione, la proposta dei deputati: "Ora tagli agli assessori"

La risposta degli onorevoli per il mancato pagamento degli stipendi in un emendamento presentato dal Pid. Se venisse approvato, lo stipendio degli assessori tecnici si ridurrebbe da circa 13 mila euro netti a poco più di 4 mila. "Non sono stati eletti - sintetizza Maira - dunque perchè devono avere anche un’indennità pari a quella di chi ha avuto il mandato popolare?"

PALERMO. La risposta dei deputati dell’Ars al mancato pagamento degli stipendi causato dal ritardo della Regione nell’erogare i soldi viaggia in un emendamento di due righe depositato ieri dal Pid. Se venisse approvato, lo stipendio degli assessori tecnici si ridurrebbe da circa 13 mila euro netti a poco più di 4 mila. La norma, presentata da Rudy Maira e Toto Cordaro, ha il sostegno trasversale di vari deputati e tradisce l’ostilità del Parlamento nei confronti dei tecnici a cui verrebbe tolta proprio l’indennità parlamentare: resterebbe quindi solo quella da assessore.
«Non sono stati eletti - sintetizza Maira - dunque perchè devono avere anche un’indennità pari a quella di chi ha avuto il mandato popolare»? I deputati mercoledì hanno a lungo protestato per il blocco degli stipendi da 13 mila euro. E lo stesso presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ha redarguito l’assessore all’Economia, il tecnico Gaetano Armao, per il ritardo con cui accredita le somme necessarie al funzionamento dell’Ars. Lo stop durerà fino a quando non arriveranno altri fondi. E penalizzerà di più i burocrati (stipendi da 3.700 a 13 mila euro): l’Ars ha previsto che verranno pagati con priorità i fornitori, poi i deputati e infine il personale amministrativo. E nei corridoi di Palazzo dei Normanni monta la protesta. Il gruppo Pdl ha comunicato ai dipendenti che questo mese proverà a fronteggiare l’emergenza con riserve di cassa ma dal prossimo mese non potrà garantire nulla. In altri gruppi il personale ha proposto di fare un decreto ingiuntivo alla Regione.
Eppure c’è imbarazzo fra i dipendenti: «Se protestiamo pubblicamente - è la linea comune dietro l’anonimato - per un mese di ritardo ci attiriamo l’antipatia di categorie che non prendono soldi da mesi». E infatti ieri sotto l’Assemblea protestavano i precari degli enti locali che rischiano di non ottenere il rinnovo del contratto per via dei tagli al bilancio. La tensione all’Ars è aumentata ieri con l’approvazione in tutta fretta della nuova pianta organica. Il documento elaborato dal consiglio di presidenza guidato da Francesco Cascio prevede di scendere dagli attuali 293 posti a 258 grazie al blocco del turn over. Ma - come raramente accade - i sindacati protestano perchè avrebbero tagliato più posti e perchè, secondo sette sigle fra cui Cgil e Cisl, «oggi lavorano realmente solo 242
persone, sufficienti ad assicurare il complesso delle attribuzioni». Ma per Cascio così si salvano i concorsi già banditi per 12 coadiutori e 5 segretari (più 3 consiglieri informatici che hanno già vinto una selezione). Ma la tesi ha suscitato i dubbi di Fabio Mancuso, Titti Bufardeci, Pino Apprendi e Livio Marrocco secondo cui la spesa aumenterà di un 1,5 milioni all’anno. I sindacati contestano che la nuova pianta organica prevede tagli non su tutte le figure (salvi segretari e consiglieri) «e ciò provocherà aumenti dei carichi di lavoro per le altre».

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