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Tagli alla Regione: le aziende nel mirino di Armao

L'assessore fissa un tetto a consulenze, cellulari e salari degli amministratori degli enti collegati al Governo regionale

PALERMO. L’ultimo braccio di ferro della legislatura va in scena su un disegno di legge che dovrebbe applicare in Sicilia la cosiddetta spending review nazionale. Ma il testo che dovrebbe mettere un argine agli sprechi, scritto dall’assessore Gaetano Armao, è contestato dal Parlamento e non ha il supporto neppure del presidente della Regione.
Caos all’Ars a otto giorni dalle dimissioni di Lombardo. Armao deposita un maxiemendamento da 62 commi che contiene la riduzione di duemila dipendenti per effetto di pensionamenti e mobilità prolungata (24 mesi all’80% dello stipendio). Taglia del 20% fino al 2014 le spese per acquisti di beni e servizi e del 15% quelle per l’affitto dei palazzi istituzionali. Le spese per autoblù e mezzi di servizio vengono invece ridotte del 50% rispetto al 2011. E anche l’Ars dovrà rinunciare a 15 milioni subito e a 20 dall’anno prossimo.
Già venerdì, quando il testo è stato preparato, Lombardo aveva mostrato di non volerlo metterlo fra le priorità della prevista riunione di giunta. Armao aveva minacciato le dimissioni. E alla fine il presidente ha invitato l’assessore a presentarlo all’Ars sotto forma di emendamento all’assestamento di bilancio già in discussione in commissione: ciò, sulla carta, darebbe un lumicino di speranza a una legge che comunque andrebbe approvata entro il 31 luglio (poi l’Ars si ferma per le dimissioni).
Ma ecco, ieri, lo stop della commissione Bilancio. Per il presidente Riccardo Savona «l’approvazione delle legge avrebbe effetti dirompenti. E non è firmato da Lombardo». Frase che tradisce i dubbi politici su una norma che obbliga a pesanti sacrifici e che potrebbe creare una perdita di consenso alla vigilia della campagna elettorale. Savona ne ha discusso col presidente dell’Ars, Francesco Cascio: «Abbiamo deciso che la commissione esaminerà il testo dopo l’incontro fra Lombardo e Monti e dopo che la giunta lo avrà approvato, allegando anche la relazione tecnica che descriva norma per norma gli effetti finanziari». A quel punto però il countdown dell’Ars verso la fine della legislatura dovrebbe essere già finito.
Armao raccoglie la sfida: «Siamo in una fase delicatissima. Per superare la crisi economica serve un’assunzione di responsabilità. Se c’è chi vuole far finta di niente se ne assumerà la responsabilità. In ogni caso i profili formali saranno rispettati. Il governo è disponibile al confronto». Intanto l’assessore ha messo in atto per decreto la stessa manovra sulle società partecipate. È immediatamente attuativo il provvedimento con cui taglia del 50% rispetto al 2011 le spese per le auto di servizio. Tutte le spese per incarichi e consulenze dovranno d’ora in poi essere autorizzate dall’assessorato. E la dotazione di cellulari, smartphone e tablet non potrà essere superiore al 30% del numero di amministratori e dirigenti. Armao introduce l’obbligo di «ridurre salario accessorio e benefit» e il divieto di «stipulare o rinnovare contratti di locazione se non si è verificato che esistano altre possibilità». Le spese per le trasferte degli amministratori «non possono superare del 10% dell’emolumento». In caso di violazione delle norme «verrà promossa azione di responsabilità per danno erariale a carico degli amministratori».

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