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Regione, si candida il nipote di don Sturzo

Gaspare, magistrato di 49 anni: "Ci auguriamo di essere la nuova forza per liberare la Sicilia e far cambiare l'Italia"

PALERMO. "In Sicilia non ci sarà sviluppo se la pubblica amministrazione non sarà al servizio del cittadino e dell'impresa privata per realizzare progetti legittimi. Se manca l'impresa privata, manca il combustibile per lo sviluppo". Lo scrive in una nota Gaspare Sturzo, magistrato, 49 anni, nipote di don Luigi Sturzo, fondatore della Democrazia Cristiana, che ha annunciato la sua candidatura alla presidenza della Regione siciliana.
"Ci auguriamo di essere la nuova forza per liberare la Sicilia e far cambiare l'Italia - aggiunge - Siamo contro il regionalismo, lo sperpero di denaro pubblico, il lobbismo massonico, il sistema parassitario e clientelare, la corruzione dilagante. Nessuno vuole la riforma della pubblica amministrazione perché così si conservano posizioni spesso ingiuste di vantaggio".
Gaspare Sturzo è stato per anni in Procura a Palermo dove si é occupato di indagini di mafia e delle infiltrazioni di Cosa nostra nel mondo degli appalti. Trasferito al tribunale di Tivoli, è stato poi applicato alla presidenza del Consiglio. La sua candidatura è stata presentata oggi dal Partito Italiani Liberi e Forti costituito a Roma il 18 gennaio scorso, il giorno del 93/mo anniversario dell'appello a tutti gli uomini liberi e forti di Luigi Sturzo.
"Dopo 53 anni uno Sturzo si presenta sulla scena politica - ha detto Giovanni Palladino, segretario politico nazionale di ILeF e figlio dell'esecutore testamentario del sacerdote di Caltagirone -. Questo Paese ha bisogno di una nuova generazione di cattolici in politica. Non vogliamo essere un partito delle proteste ma delle proposte concrete, fattibili e comprensibili e non il partito delle false promesse". "Siamo innanzitutto un partito di cattolici, non dei cattolici - ha puntualizzato Eugenio Guccione, presidente del Consiglio nazionale di ILeF -. Noi siamo per la laicità della politica, siamo un partito aperto a tutte le confessioni e a tutte le categorie sociali".

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