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Primi stop ai nuovi cassaintegrati: la Regione a caccia di 60 milioni

Un vertice andato avanti dalle 10 fino alle 15 di ieri non ha risolto i problemi finanziari e ha costretto a sospendere subito le prime immissioni nel sistema. Due settimane di tempo per scongiurare il rischio di bloccare i pagamenti

PALERMO. Un vertice andato avanti dalle 10 fino alle 15 di ieri non ha risolto i problemi finanziari e ha costretto a sospendere subito le prime immissioni nel sistema della cassa integrazione. Alla Regione restano due settimane di tempo per scongiurare il rischio di bloccare i pagamenti a tutti i lavoratori che hanno perso il posto.



I problemi sono apparsi più gravi di quanto non fosse già emerso negli ultimi giorni. La Regione aveva un budget per la cassa integrazione pari a circa 26 milioni ma fino alla fine di maggio l’Inps aveva erogato assegni per circa 63 milioni. C’è quindi un buco generato soprattutto dal fatto che sul welfare siciliano sono stati paracadutati non solo i dipendenti delle aziende in crisi ma anche il personale degli enti di formazione professionale che hanno visto i corsi bloccati da problemi finanziari.



Ieri l’assessore al Lavoro, Beppe Spampinato, ha messo attorno al tavolo la dirigente dell’assessorato Anna Rosa Corsello e il dirigente della Formazione Ludovico Albert. «Oltre alle somme già spese fuori budget - ha illustrato la Corsello - è emerso che la Regione deve circa 19 milioni all’Inps per la cassa erogata nel 2011. E possiamo saldarne subito solo 14». Poi si dovrà aprire la caccia ai fondi per assicurare gli assegni da giugno a dicembre di quest’anno: «Abbiamo calcolato - ha concluso la Corsello - che servono altri 60 milioni. Potrebbero essere una trentina se l’avvio dei corsi di formazione permettesse di riassorbire parte dei dipendenti degli enti che oggi è in cassa integrazione». Ma non sono arrivate rassicurazioni in questo senso, dunque è caccia a 60 milioni. Che devono essere trovati prima che scatti la scadenza di luglio per staccare gli assegni ai cassintegrati.



E le prime conseguenze dell’emergenza si sono verificate già ieri. Era prevista la firma di una decina di decreti che avrebbero immesso nel sistema della cassa integrazione un altro migliaio di dipendenti della formazione e di aziende di altri settori. Ma l’operazione è stata sospesa in attesa di trovare nuove risorse. E oggi per lo stesso motivo potrebbe non essere firmato l’accordo per la cassa integrazione dell’indotto Fincantieri.

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