PALERMO. Una cosa è certa: a sala delle Lapidi è rivoluzione. E non da poco. Volti vecchi, storici, che lasciano il posto a tanta gente nuova, partiti che fino a qualche tempo occupavano gli ambiti posti di palazzo delle Aquile ora annaspano tra certezze sparite, vedendo le proprie fila assottigliarsi talmente tanto da sparire. Tanto per dare un'idea del terremoto: un partito non certamente storico di tradizione nel capoluogo come Italia dei Valori avrà ben trenta consiglieri. Un'enormità.
Gente che va e gente che viene, dunque. Trombati personaggi eccellenti. Non ce la fa nel Pdl, un uomo di punta del partito come Sebastiano Drago che si ferma a 1.127 voti. Nel Movimento per l’Autonomia. restano fuori Leonardo D’Arrigo, Stefania Munafò e Filippo Fraccone: tutti uscenti. Nel Partito democratico sono in molti a leccarsi le ferite. Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Ars, perde i suoi consiglieri comunali: non entrano né Vincenzo Tanania, né Ninni Terminelli. Non ce la fa neanche Maurizio Pellegrino. Nell’Udc esce di scena Salvo Italiano che era l’unico rappresentante uscente. entrano Giulio Cusumano e Salvatore Finazzo. Nel Pid-Cantiere popolare bocciata Doriana Ribaudo, capogruppo uscente, e l’ex vicesindaco Pippo Enea. Per una manciata di preferenze resta fuori l’uscente Totò Palma. Grande Sud lascia a casa il capogruppo uscente, Manfredi Agnello, che prende solo 309 voti. Ma salta un turno anche Gerlando Inzerillo con 1.026 voti. La lista Ora Palermo per Ferrandelli - a meno di clamorose novità al ballottaggio - riesce a fare eleggere due consiglieri. Non ce la fa Cesare Mattaliano (759 voti), consigliere uscente di Italia dei Valori.
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