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Legge elettorale, Lombardo: "Non premia candidati capaci"

Il governatore avrebbe confidato che la riforma della legge elettorale per i Comuni è stata un autogol. Chiaro messaggio al Pd, che tanto ha spinto per cambiare le regole non prevedendone forse l'effetto

PALERMO. Mai avrebbe pensato di dover ammettere un errore. Eppure Raffaele Lombardo è costretto a confidare che la riforma della legge elettorale per i Comuni è stata un autogol. Che offre un vantaggio a Orlando nella corsa al Comune di Palermo, lascia intendere il governatore: «Questa legge non premia i giovani ma il candidato più conosciuto». Messaggio al Pd, che tanto ha spinto per cambiare le regole forse non prevedendone l’effetto.



Fino a un anno fa il voto per un candidato consigliere veniva automaticamente esteso al sindaco espresso dalla coalizione. Da quest’anno il candidato sindaco deve essere votato autonomamente. È stato il Pd a volere la riforma, che Lombardo ha poi appoggiato. Ma ora il governatore si rammarica: «Dovremo riflettere su questa legge, perchè non premia il candidato più bravo e capace ma solo il più conosciuto. So di molti giovani impegnati nei Comuni che difficilmente saranno premiati». Lombardo si affretta a confermare il proprio sostegno a Palermo ad Alessandro Aricò, finiano che raccoglie ciò che resta del terzo polo: «Lui è giovane ma anche conosciuto». E nega, il governatore, la paternità di sms che suggerirebbero agli elettori dell’Mpa di spostare il voto su Ferrandelli (candidato dell’area Pd più favorevole a Lombardo): «Questi sms sono una truffa. Sosteniamo lealmente Aricò».



L’esito del voto a Palermo non sarà indifferente per le sorti del governo regionale. La sfida tutta a sinistra fra Orlando e Ferrandelli - indipendentemente dal risultato finale - sposterà la bilancia da un lato o dall’altro: con o contro Lombardo. Ciò, in vista delle elezioni anticipate, spingerà per una coalizione Mpa-Pd con Fli e Api oppure per un accordo più a sinistra fra Pd e Idv e Sel.
Nel primo caso Lombardo proporrà agli alleati di puntare su Massimo Russo per Palazzo d’Orleans. E ieri per la prima volta l’ex pm chiamato in giunta ha ammesso che l’ipotesi è sul tappeto: «Vorrei continuare a lavorare bene per cambiare la Sicilia - ha detto l’assessore alla Sanità all’Italpress - e questo si potrebbe fare anche da presidente della Regione».

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