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Consulenza per una pianta rara, bando da rivedere

Sebastiano Di Betta, assessore regionale all’Ambiente, non sapeva che il suo assessorato sta per assumere un consulente per coordinare un progetto che punta alla salvaguardia della Zelkova

PALERMO. «Non conoscevo quel bando. Ne ho appreso dal giornale e ammetto che ha degli aspetti non condivisibili e diseducativi»: Sebastiano Di Betta, assessore regionale all’Ambiente, non sapeva che il suo assessorato sta per assumere un consulente per coordinare un progetto che punta alla salvaguardia di una specie rara di piante, la Zelkova. Dell’emergenza Zelkova - così è descritta nel bando - Di Betta vuole ora saperne di più. La Zelkova è una specie molto rara e in via di estinzione che nell’area mediterranea si trova ormai solo nel Siracusano e in un’area della Turchia. Il consulente che la Regione sta cercando verrà pagato 150 mila euro lordi, spese per missioni escluse, per coordinare un piano di studi che possa evitarne l’estinzione. Nel bando l’assessorato ha scritto che «appurata l’esiguità di personale in organico e visto che nessuno ha risposto all’atto di interpello, c’è la necessità di assumere un esterno».


La Regione, dunque, non ha trovato al suo interno biologi o esperti assimilabili in grado di salvare la Zelkova. È un fatto che ha suscitato la reazione indignata dei lettori, anche sul sito www.gds.it. Per questo motivo Di Betta annuncia di aver chiesto chiarimenti al dirigente del dipartimento Ambiente, Giovanni Arnone. «La prossima settimana - ha annunciato Di Betta - ci incontreremo e verificheremo se si possono fare correttivi al bando. Almeno nelle parti che mi appaiono assolutamente diseducadive». Il sospetto dei sindacati è che ai dipendenti di ruolo non sarebbe stato concesso il budget di 150 mila euro, trattandosi di incarico ordinario: da qui il fatto che nessuno si sia fatto avanti quando il dipartimento ha cercato personale per il progetto.


Di Betta ammette che «è assurdo che alla Regione nessuno si sia fatto avanti per svolgere questo incarico. Ma è altrettanto assurdo che l’Ue approvi un progetto che prevede di spendere 450 mila euro per salvare questa pianta rara, ma destinando un terzo del budget al pagamento di un consulente». E questa è proprio la clausola che Di Betta chiederà di correggere: «Non credo che si possa ritirare il bando senza compromettere l’investimento di questi soldi e quindi lo sviluppo del progetto, ma credo che si possa prevedere che la spesa per il consulente non possa superare il 10% di quanto stanziato in totale. Inoltre, credo che i soldi risparmiati possano essere utilizzati per aumentare l’investimento nella parte scientifica del progetto invece che in quella amministrativa. Ripeto, spendere 150 mila euro per una consulenza è assurdo oltre che sorprendente». L’assessore, tecnico di area finiana, non nasconde il disappunto per un bando di cui era stato solo informato sommariamente: «La legge 10 del 2000 assegna grande autonomia ai dirigenti. È una riforma con cui dobbiamo fare i conti». Arnone è un dirigente fra i più esperti della Regione, considerato vicino all’area Cracolici del Pd.

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