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Regione, meno fondi per le autolinee siciliane

Tagliate le risorse ai privati e alle ex municipalizzate: riceveranno circa 50 milioni in meno. Il problema riguarda anche i traghetti per le isole minori

PALERMO. La Regione ha scritto alle aziende private che gestiscono il servizio di trasporto pubblico annunciando il taglio ai finanziamenti del 20%. Poi ha scritto anche ai Comuni, che a loro volta affidano il trasporto urbano a varie ditte, chiedendo di tagliare altrettanto. Il bilancio non può più garantire a privati ed ex municipalizzate i 222 milioni degli ultimi anni: il tetto si abbassa a circa 177 milioni. Un problema che riguarda pure i traghetti per le isole minori. E così l’Anav, che rappresenta le aziende del settore, ha avviato le procedure con i sindacati per il licenziamento di 500 persone e la riduzione dei collegamenti.


Dopo l’Azienda siciliana trasporti, che ha annunciato la riduzione del servizio e il taglio degli stipendi, si allarga la crisi delle autolinee. E secondo Franco Spanò della Filt Cgil «considerando anche le aziende pubbliche, come l’Atm di Messina o quelle di Catania e Trapani, che sono in piena crisi, il numero di quanti perderanno il lavoro cresce fino a duemila almeno». Tutto nasce dalla delibera di agosto con cui la giunta, con la prima manovra taglia spese, ha previsto il taglio del 20% al costo delle forniture pubbliche. Su questa procedura si innesta anche la norma con cui Monti a gennaio ha avviato le liberalizzazioni prevedendo che tutti i contratti che non sono frutto di gare per l’affidamento al miglior offerente perdono efficacia a fine anno. Sia i Comuni che la Regione, dunque, dovrebbero avviare le gare nei prossimi mesi. In questo senso, già prima della manovra di Monti, il Garante per la concorrenza (a fine 2011) ha inviato una dura lettera alla Regione contestando il continuo ricorso a proroghe nell’affidamento delle linee e, in definitiva, del servizio di trasporto pubblico urbano ed extra-urbano. Quella che sta per essere avviata è dunque una rivoluzione per il settore.


L’Anav, associazione delle 110 aziende del settore, ha risposto alla Regione contestando la legittimità del taglio sotto il profilo giuridico e pratico: «Il corrispettivo del servizio - scrive il presidente Antonio Graffagnini - è fissato nei contratti di affidamento provvisorio che vincolano l’amministrazione per l’intera durata». Il presidente dell’Anav aggiunge all’assessore ai Trasporti Pier Carmelo  Russo : «Non possono essere modificati nè il corrispettivo per autobus/km nè essere ridimensionati i programmi di esercizio contraendo il monte chilometrico». Il caso potrebbe avere uno sbocco giudiziario perchè Graffagnini si riserva «di contestare nelle sedi competenti la riduzione unilaterale dei programmi». Intanto però - come spiegano i vertici dell’Anav - le aziende inizieranno a giorni la convocazione dei sindacati per annunciare la ristrutturazione in vista del taglio del 20% del contributo.


Ciò comporterà una riduzione dei collegamenti che, spiega ancora l’Anav, dovrà individuare la Regione nel suo piano trasporti, ma soprattutto un taglio di circa 500 persone. I licenziati non avranno la cassa integrazione perchè per il settore dell’autotrasporto non è prevista. A meno che la Regione non la autorizzi in deroga, finanziandola ma spendendo così quanto intende risparmiare col taglio dei contributi. La Cgil chiede un incontro con l’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Lo stesso hanno fatti nei giorni scorsi la Cisl con Amedeo Benigno e la Uil con Pippo Governale. L’assessore  Russo  ha precisato che il taglio è una decisione collegiale della giunta e verrà attuato non appena il bilancio verrà approvato, cioè da maggio. È quello il limite della trattativa e la data in cui scatteranno i licenziamenti. La Regione taglia i fondi del 20% per i trasporti e le aziende annunciano tagli alle corse e licenziamenti

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