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Indagine su Sicilia e-Servizi, "Compensi dei manager 'illegali'"

Sono le conclusioni raggiunte dalla commissione d'inchiesta dell'Ars sul piano di informatizzazione della Regione. "A repentaglio non solo la continuità aziendale ma probabilmente anche l'utilità di gran parte del progetto realizzato fino a questo momento"

PALERMO. Compensi dei dirigenti "sproporzionati se non illegali", totale incertezza sulla natura dei rapporti contrattuali del personale (5 dirigenti, 4 quadri e 3 impiegati) comprese le modalità di reclutamento, debiti per circa 76 milioni di euro e soprattutto "gravi irregolarita", come la mancata strutturazione della società, che mettono "a repentaglio non solo la continuità aziendale ma probabilmente anche l'utilità di gran parte del piano di informatizzazione realizzato fino a questo momento".
Sono le conclusioni raggiunte dalla commissione d'inchiesta sul piano di informatizzazione della Regione, guidata dal presidente Riccardo Savona, dopo un lavoro durato sette mesi e con una serie di audizioni parlamentari. La relazione è stata depositata all'Assemblea regionale e sarà discussa nella seduta parlamentare di questo pomeriggio.
Nelle 39 pagine del rapporto, i commissari ricostruiscono la storia della Sicilia e-Servizi Spa (Sise), la società che gestisce l'informatizzazione, costituita nel 2001 con procedura a evidenza pubblica e partecipata dalla Regione per il 51% e per il restante 49% dal socio privato Sicilia e-Servizi Venture Scrl (Sisev), a sua volta controllata da Engineering Spa (già Atos Origin Italia Spa) e Accenture Spa. Secondo la commissione, che ha passato al setaccio gli affidamenti della Regione alla società partecipata, "é possibile tracciare una linea di demarcazione temporale molto netta: se fino al 2008 il modello societario e il conseguente regime degli affdiamenti poteva configurarsi conforme al piano normativo comunitario e nazionale, lo stesso non può dirsi per le attività affidate e svolte dal 2008 fino al 31 dicembre 2010". Sono due gli elementi di maggiore criticità evidenziati dai commissari: "la mancata tempestiva individuazione dell'ufficio dell'amministrazione competente a svolgere la direzione dei lavori relativi alla piattaforma telematica integrata (Pti) e la mancata strutturazione della Sise Spa".
A questa situazione, scrivono nella relazione, "ha tentato di porre rimedio il governo attraverso una compiuta regolamentazione, in particolare per quanto riguarda il credito vantato dal socio privato Sisev, contenuta nella nuova convenzione-quadro approvata dalla giunta nel 2011". "L'esito di tale tentativo però - rilevano i commissari - non è ad oggi apprezzabile, non essendosi ancora raggiunto uin accordo tra le parti sul debito pregresso e non essendo stato avviato il cosiddetto popolamento (assunzioni) della Sise in modo da consentire l'autonomo raggiungimento dello scopo sociale statutario". A parte i rapporti tra i soci, per la commissione ci sono stati "comportamenti omissivi e inerzie nella realizzazione complessiva del piano" da parte della società: emblematici i disservizi registrati nel progetto 'Sic' (gestione telematica dei mandati di pagamenti attraverso la firma digitale).
Ecco allora che "occorre verificare se esistano le condizioni, alla scadenza contrattuale, pe rla prosecuzione del rapporto sociale o se non sia più conveniente per la Regione rilevare l'intera partecipazione azionaria, mettere in liquidazione la Sise Spa e proseguire il piano di informatizzazione attraversop una nuova struttura societaria". La commissione quindi auspica che "l'attività di controllo dell'Assemblera regionale sul piano di informatizzazione della Regione prosegue anche attraverso la costituzione di una nuova commissione d'indagine o l'ulteriore proroga di quella già istituita".

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