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Cracolici attacca Lupo: "Il Pd è isolato"

Il capogruppo all'Ars attacca il segretario del partito: "Non si possono aspettare i risultati delle elezioni. Non possiamo andare avanti così per 5 mesi, anche perchè poi si vota per la Regione. C'è un'atmosfera che mi ricorda il 61 a 0"

PALERMO. È scattato l’attacco alla segreteria del Pd. La prima mossa la fa il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici che, preso atto del fallimento dell’accordo col terzo polo a Palermo e della crisi dell’alleanza alla Regione, individua le responsabilità «nella incerta, ambigua e timorosa conduzione del partito». Cracolici anticipa le sue mosse alle Amministrative: «Non spacco il Pd. Non sosterrò il candidato del terzo polo. Alle primarie voto chi rappresenta l’innovazione». Ma sulla gestione del Pd da parte di Giuseppe Lupo pone un termine: «Non si possono aspettare i risultati delle elezioni. Non possiamo andare avanti così per 5 mesi, anche perchè poi si vota per la Regione».


CHE TIPO DI SVOLTA SERVE?


«Partiamo da ciò che sta succedendo in Sicilia in queste ore. C’è una protesta che coinvolge autotrasportatori, agricoltori e pescatori le cui motivazioni e i cui effetti non possono essere ignorati. È una protesta figlia della crisi della politica. Sono andati persi i vecchi riferimenti. Questo è un ceto medio produttivo che in passato ha votato per il centrodestra. Il Pd dovrebbe essere in questo momento il punto di riferimento di un nuovo blocco politico-sociale che, senza rappresentanza, sta cercando di autorappresentarsi. Invece il Pd si sta candidando a uno splendido isolamento. Una situazione che mi ricorda quella che precedette il 61 a 0».


CHE SIMILITUDINI VEDE?


«Anche nel Duemila, finita l’esperienza di Capodicasa al governo, scoppiò una protesta degli autotrasportatori. Lì si preparò la svolta a destra, che arrivò col voto alle Politiche e finì con le Amministrative di Palermo che lanciarono Cammarata. E anche ora a Palermo il Pd sta facendo un ”capolavoro”».


CONFERMA CHE NON SOSTERRÀ RITA BORSELLINO, CHE HA DETTO NO AL TERZO POLO?



«Rita è coerente con la sua linea politica. È incoerente chi l’ha candidata. Ciò dimostra una conduzione altalenante e incerta del Pd. Eravamo a un millimetro dal siglare con i moderati un’alleanza che rispecchiava quella che guida la Regione. Ma per miopia politica della segreteria tutto è fallito. Il segretario non ha avuto il coraggio delle scelte. Ha preferito sopravvivere col tatticismo. Ammetto che dirigere il Pd non è facile. Ma non basta avere una Ferrari, bisogna anche sapere dove andare altrimenti si fa solo zig zag e prima o poi finisce la benzina».


QUALI INCERTEZZE ATTRIBUISCE ALLA SEGRETERIA?


«Da mesi abbiamo dichiarato esaurita la fase del governo tecnico ma poi siamo rimasti immobili e per colpa delle nostre incertezze c’è alla Regione un governicchio arenatosi sulle riforme. In tutti i suoi organismi il Pd si è espresso per l’alleanza larga invece poi è maturata l’alleanza stretta. C’è stata una fase in cui eravamo protagonisti. Da qui, grazie a noi, è partita la crisi del berlusconismo. Ma ora ci stiamo autoemarginando. Siamo soli contro tutti».


QUANDO PARLA DEI PRESUPPOSTI DEL 61 A 0, SI RIFERISCE ANCHE AL RITORNO DELL’UDC COL PDL?


«Devo riconoscere all’Udc di avere dato la disponibilità a sostenere il nostro candidato. Poi è stata la Borsellino a dire no e Lupo a offrire solo un accordo al secondo turno. Io credo che l’Udc resisterà alla prospettiva di tornare a essere una succursale del Pdl. D’Alia è intelligente, non ricostruirà il vecchio blocco. Ma se invece succederà, noi avremo contribuito a realizzare un disastro. E la verità è che nella sinistra stanno prevalendo radicalismi storici ed estremismi. Se questa parte prevale, è un disastro».


LA PRIMA VERIFICA È A PALERMO. LEI NON SOSTERRÀ LA BORSELLINO. E DUNQUE...?


«Prendo atto che i nostri comportamenti hanno reso impossibile l’alleanza col terzo polo, almeno al primo turno. Ora immagino che il terzo polo esprima presto un proprio candidato. Svanita l’operazione politica a cui lavoravo con Beppe Lumia, il problema non è mettere un candidato nelle primarie. Sosterrò chi rappresenterà l’innovazione».

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