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Manovra, Monti accelera: oggi probabile Cdm

Dietro il pressing delle forze politiche, si apre una trattativa per rivedere alcune misure relative a Irpef e pensioni. Fattore tempo cruciale: il premier vorrebbe arrivare alla riapertura dei mercati con il pacchetto delle misure già in tasca

ROMA. «Il momento è serio», per molti versi «drammatico»: i mercati non aspetteranno ancora e «in ballo non c'è solo il futuro dell'Italia ma dell'intera Europa». Il refrain che Mario Monti ripete ai segretari di partito durante le consultazioni a palazzo Chigi rende l'idea del senso di urgenza che aleggia a palazzo Chigi: occorre agire bene, ma anche in fretta e senza cercare inesistenti scappatoie. Anche se, dietro il pressing delle forze politiche, si apre una trattativa per rivedere alcune misure relative a Irpef e pensioni.
Per il premier, tuttavia, il fattore tempo è cruciale: tanto che l'idea di anticipare a domenica il Consiglio dei ministri prende sempre più corpo. L'obiettivo è duplice: arrivare alla riapertura dei mercati con il pacchetto già in tasca, ma anche limitare al massimo le tensioni con forze politiche e parti sociali. Il presidente del Consiglio accoglie i leader dei
principali partiti a palazzo Chigi. Al suo fianco, l'immancabile Piero Giarda, vero 'tessitorè della manovra, il sottosegretario Antonio Catricalà e i ministri Corrado Passera e Elsa Fornero.   Ai suoi interlocutori il professore ripete più o meno gli stessi concetti: serve una manovra dura che garantisca entrate certe subito. A preoccupare il professore è la reazione dei mercati, ma anche le aspettative dei partner europei. Non vuole preoccupare i primi o deludere i secondi. Non a caso ai segretari di partito ricorda le parole di Angela Merkel. 
Un modo per mettere sotto pressione Pdl, Pd e Terzo Polo. Tanto che tutti rimangono impressionati. «Ci ha fatto chiaramente percepire la drammaticità del momento», spiega uno dei partecipanti. Monti si 'sbottonà poco: elenca i capitoli di intervento, ma senza scendere in troppi dettagli. Si limita per lo più ad ascoltare. I partiti non rinunciano a presentare le loro istanze. Il Pdl chiede maggiore attenzione ai liberi professionisti e al ceto medio, premendo affinchè l'ipotizzato aumento dell'Irpef parta dallo scaglione del 43%, senza toccare i redditi fra i 55 mila e i 75 mila euro lordi annui. Si chiede anche di addolcire la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. Anche nel Terzo Polo, che finora ha sempre lasciato carta bianca al professore, emerge qualche perplessità. Preoccupa l'impatto delle misure sul Pil, Ma soprattutto l'ipotesi che sulle detrazioni per le famiglie cada la mannaia della clausola di salvaguardia contenuta nella delega fiscale. 
In serata è il turno del Pd e non è un mistero che anche il partito di Pier Luigi Bersani nutra forti dubbi su alcuni aspetti della manovra, a cominciare dalle pensioni. Con tutti
Monti ha lo stesso atteggiamento: ascolta molto, parla poco. Non si sbilancia. Si limita a dire che farà il possibile, seguendo i tre «pilastri» promessi in Parlamento: rigore, crescita ed equità. Ma non svela quanto sia intenzionato a cedere. O almeno così sembra anche dalle parole dei leader di partito, però, nessuno si fa eccessive illusioni. Casini parla di manovra «severa e pesante»; Della Vedova di «medicina amara, ma necessaria». Alfano di provvedimenti «severi».    In realtà raccontano che dietro le quinte Monti stia
trattando. Sulle pensioni la Fornero lavora all'ipotesi di allargare la platea di chi non si vedrà bloccato l'adeguamento. Ma è soprattutto sull'Irpef che si starebbero valutando
modifiche a quanto finora trapelato, pare per introdurre sgravi e detrazioni per le famiglie.

Monti, tuttavia, cela le carte. Perchè, come ripete a tutti, dobbiamo rassicurare i mercati con misure dagli effetti immediati e durevoli e solo in secondo momento, dopo un'attenta
spending review, pensare a come poter 'ridarè qualcosa. Quanto alla crescita, il suo ragionamento è lineare: le misure sono concentrate sulle imprese perchè solo così possiamo rilanciare anche l'occupazione insieme al Pil.

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