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Il Ponte sullo Stretto spacca il Terzo polo

Dopo l’appello di Lombardo a Monti per non cancellare l’opera, Udc e Fli chiedono che invece si utilizzino i fondi per altri scopi. E ora gli autonomisti minacciano l’Udc di arrivare a una resa dei conti



PALERMO. Il Ponte sullo Stretto spacca il terzo polo. Dopo l’appello di Lombardo a Monti per non cancellare l’opera, Udc e Fli chiedono che invece si utilizzino i fondi per altri scopi. E ora gli autonomisti minacciano l’Udc di arrivare a una resa dei conti.
Per Giampiero D’Alia, leader dell’Udc siciliano, «il Ponte è un'illusione pericolosa per il Sud e per la Sicilia. Immobilizza risorse senza che l'opera si possa fare e alimenta un circuito torbido di affari come quelli delle polizze fidejussorie fasulle. Con la scusa del Ponte le opere che servono veramente non si fanno mai. Così abbiamo una ferrovia che fa schifo, un sistema viario devastato e porti ed aeroporti che non garantiscono la continuità territoriale. Con la scusa del Ponte, la Lega si è fregata i soldi che servono alla Sicilia». Ma l’Mpa non ci sta. « Siamo  consapevoli che il Ponte sullo Stretto è una sfida audace nella quale si impegnano solo coloro i quali credono davvero nello sviluppo autonomo della Sicilia» ha detto il presidente del gruppo Misto a Palazzo Madama, Giovanni Pistorio. « Siamo  consapevoli che la più forte resistenza a quest'opera in Sicilia è a Messina - osserva Pistorio – perché insieme a comprensibili timori di ordine ambientale ed urbanistico, c'è anche la rete degli interessi consolidati da molti anni attorno al microcosmo economico dell'attuale attraversamento dello Stretto, certamente asfittico, ma pienamente soddisfacente per la lobby che governa la città. Negli ultimi tempi D'Alia e il suo partito - conclude Pistorio - ricercano con costanza meritevole di miglior sorte, tutte le occasioni di possibile conflitto con il Mpa utilizzando qualche volta, anche toni fuori misura: dalla sanità riformata profondamente dall'assessore regionale Massimo Russo a un'opera per noi strategica come il Ponte sullo Stretto. Ma - conclude Pistorio - ci saranno presto luoghi e sedi opportune per un confronto franco e costruttivo».
Un no al Ponte è però arrivato anche dal finiano Fabio Granata che chiede a Monti la cancellazione del progetto. Mentre per Rudy Maira (Pid) «Monti deve assicurare la volontà di proseguire l'iter del progetto. Su questo punto non servono infingimenti, ma fatti concreti atteso che oltre il 70% dei finanziamenti arriverà da soggetti privati».

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