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Finanziaria, gli assessori pressano Armao

Chieste modifiche. Venturi contesta alcune norme. Critiche di Pier Carmelo Russo sul ritardo nel patto di stabilità regionale

PALERMO. Il primo a uscire allo scoperto è stato l’assessore alle Attività produttive, Marco Venturi, irritato per alcune norme scritte da Gaetano Armao che riguardano invece il suo assessorato. Nei giorni precedenti anche alla Funzione pubblica c’erano rimasti male nel leggere sulla bozza di manovra misure che avrebbe dovuto scrivere invece Caterina Chinnici. Venerdì è stato l’assessore alle Infrastrutture, Pier Carmelo Russo, a pungolare il collega all’Economia «segnalando» il ritardo nell’applicazione di una norma nazionale che permetterebbe di sbloccare risorse anche per le opere pubbliche.
Il caso riguarda il cosiddetto patto di stabilità regionale. È una norma - spiega Russo - che permetterebbe di spalmare su altre amministrazioni le somme che alcuni Comuni non possono spendere perchè hanno già raggiunto il tetto imposto dal patto di stabilità: «Così otterremmo un sensibile aumento degli investimenti e potremmo anche pagare alcune aziende che attendono da anni». E infatti per l’associazione dei costruttori «questo meccanismo rappresenta l'ultima spiaggia per un comparto che attende di avere pagate le opere eseguite».
Allo stesso modo Venturi sta mettendo insieme le associazioni di categoria per sollecitare modifiche alla Finanziaria. Ieri l’Assoconfidi con Mario Filippello ha chiesto ad Armao di evitare l’accorpamento di Ircac e Crias «perchè paralizzerebbe per due anni i fondi di rotazione e il credito agevolato per artigiani e cooperative». Armao non chiude le porte e ha programmato una serie di incontri con sindacati e categorie produttive. E c’è pure Lombardo che fa timide aperture ai sindacati, a partire dal blocco dei rinnovi contrattuali. Dopo un incontro col presidente, Claudio Barone della Uil si è detto ottimista: «Abbiamo avuto rassicurazioni sulla disponibilità a salvaguardare il futuro dei dipendenti in attesa del rinnovo contrattuale e dei 750 lavoratori dell’ex Arra e della Protezione civile».

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