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Manovra, scatta il conto alla rovescia

Martedì il provvedimento approderà alla Commissione Bilancio del Senato per il primo e, probabilmente, anche decisivo passaggio parlamentare. Già si pensa alle modifiche e alle necessarie coperture perchè, se c'è una certezza, è che la manovra dovrà uscire dal Parlamento a saldi invariati

ROMA. Conto alla rovescia per la manovra: dopodomani approderà alla Commissione Bilancio del Senato per il primo e, probabilmente, anche decisivo passaggio parlamentare. Già si pensa alle modifiche e alle necessarie coperture perchè, se c'è una certezza, è che la manovra dovrà uscire dal Parlamento a saldi invariati.   


Prende sempre più corpo l'ipotesi di una nuova stretta sulle pensioni mentre sembra più difficile, al momento, far passare un ritocco in aumento dell'Iva. Un 'nò arriva dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso: «è sbagliato fare la riforma delle pensioni solo per fare cassa», ha detto a Sky Tg24 definendo la manovra «profondamente iniqua perchè colpisce chi le tasse le paga già e non chiede niente a chi si è arricchito con la crisi e a chi può permetterselo».    Luca Cordero di Montezemolo punta i fari contro i grandi patrimoni e sottolinea che basterebbe «lo 0,5% sulle fortune oltre 10 milioni di euro per coprire l'iniqua tassa sui redditi alti».    Occhi puntati soprattutto sul contributo di solidarietà. «Lavoreremo per introdurre una modulazione in rapporto alla numerosità della famiglia», dice all'ANSA il relatore alla manovra in Senato, Antonio Azzollini (Pdl), presidente della stessa Commissione Bilancio. Azzollini, esperto di conti pubblici e Finanziarie, tiene però a precisare che la questione dei saldi è «invalicabile» e che quindi ogni modifica dovrà avere «una adeguata copertura di competenza e di cassa». Coperture 'una tantum' come le dismissioni di immobili o un nuovo scudo fiscale, oppure strutturali, come quelle che possono arrivare da una riforma della previdenza? Azzollini mette piuttosto l'accento sulla necessità di risorse alternative «certe e immediate» perchè «su questa manovra ci sono non solo gli occhi dei mercati ma di tutte le istituzioni internazionali».   


Il senatore del Pd, Giovanni Legnini, membro della Commissione Bilancio, evidenzia che «la maggioranza deve mettersi d'accordo. Noi vorremmo confrontarci con qualcuno ma chi ha la regia di questa manovra?». Abbassare a 1.000 euro la tracciabilità per incidere di più nella lotta all'evasione, e tassare i capitali rientrati con lo scudo. Queste alcune delle proposte che verranno presentate dal Pd, anche se un punto della situazione verrà fatto domani. «Se la manovra cambia segno, nella direzione dell'equità e dello sviluppo, possiamo anche discutere di pensioni. Ma non può essere la previdenza a pagare tutto».    Da martedì dunque i lavori: la manovra sarà in Commissione Bilancio per due settimane e poi approderà in Aula. Il termine per gli emendamenti in Commissione sarà fissato nei prossimi giorni: l'obiettivo è avere le proposte di modifica entro la fine della prossima settimana o, più probabilmente, all'inizio di quella successiva. Domani pomeriggio ci sarà comunque un primo 'assaggiò di dibattito parlamentare. Si riunirà infatti la Commissione Lavoro che dovrà dare il parere. C'è tutta la questione che riguarda i contratti aziendali e l'articolo 18. Dal Meeting di Rimini sulle stesse questioni sono attese le parole, sempre domani, del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.

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