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Tagli ai costi della politica, Cascio: "La Sicilia dà l'esempio"

Il presidente dell'Ars commenta quella che è considerata a tutti gli effetti una mini-manovra: "Siamo i primi ad aver introdotto il nuovo sistema pensionistico parlamentare, insieme a tante altre cose. Siamo orgogliosi di questo. Peccato per la legge sulla riduzione dei deputati, ferma ad un binario morto"

PALERMO. Passi avanti sulla via dei tagli ai costi della politica. Per potere andare in pensione dalla prossima legislatura i 90 deputati dell'Assemblea regionale siciliana dovranno maturare almeno 10 anni di contributi: non sono più sufficienti i due anni e mezzo dell'attuale normativa. È uno dei provvedimenti adottati dal Consiglio di presidenza dell'Ars, che ha deliberato all'unanimità riduzioni per 37 milioni di euro, allineandosi in questo modo a quanto stabilito dal Senato. Ad annunciare la mini-manovra è stato il presidente Francesco Cascio, durante la tradizionale «cerimonia del ventaglio», organizzata dalla stampa parlamentare di Palazzo dei Normanni prima della pausa estiva.



Quando si inizieranno a vedere i risultati dei risparmi?


«Nel prossimo triennio. Tra il 2011 e il 2013, infatti, l'Ars potrebbe risparmiare circa 37 milioni. Per le casse dell'Assemblea è una manovra impegnativa, la democrazia d'altronde ha un costo sotto il quale non si può andare. Rispetto a Camera e Senato che hanno tagliato, per esempio, l'affitto di alcuni palazzi a Roma, l'Ars ha un bilancio più ingessato per via di alcune spese fisse. I tagli che abbiamo apportato comporteranno delle rinunce».



Tra i tagli spicca la modifica del sistema pensionistico parlamentare.


«La Sicilia è stata la prima regione ad adottare questo provvedimento. Spero che possiamo essere un esempio per le altre regioni. Le modifiche al vitalizio dei parlamentari entreranno in vigore dalla prossima legislatura: per ottenere l'indennità, il deputato dovrà dunque svolgere due mandati legislativi».



Quali gli interventi più significativi della mini-manovra?


«La rinuncia all'adeguamento dell'indennità parlamentare ai compensi percepiti dalle più alte cariche della magistratura. Si prevede un risparmio di 3 milioni e 900 mila euro. Dal 2011 sono entrati in vigore i tagli di mille euro per le competenze dei deputati in carica. Il risparmio nel triennio è di circa 3 milioni 240 mila euro. L'eliminazione delle indennità per l'aggiornamento politico-culturale a favore degli ex deputati (risparmio triennale di 4 milioni), la decurtazione del 5 e del 10 per cento delle competenze dei dipendenti (2 milioni di euro in meno), la sospensione del vitalizio per gli ex deputati eletti al Parlamento nazionale ed europeo (risparmi per 3 milioni e 300 mila euro), rifiuto ad adeguare le retribuzioni del personale dipendente e blocco del turnover (meno 7 milioni e 700 mila euro). E ancora, taglio del 5% e del 10% per le pensioni che superano rispettivamente i 90 e i 150 mila euro, rinuncia al trasferimento dalla Regione all'Assemblea di 1,25 milioni di euro. E infine, abbiamo stabilito la sospensione del vitalizio agli ex parlamentari che ricoprono cariche pubbliche in una serie di enti e l'abbassamento del limite massimo dall'80 al 60% della percentuale di indennità parlamentare che si trasformerà in pensione».



Dal "ventaglio" precedente come si è sviluppata l'attività parlamentare?


«Sono state 88 le sedute d'aula, 456 quelle delle commissioni, 710 le interrogazioni parlamentari, 25 le interpellanze, 192 gli ordini del giorno, 8 le risoluzioni e 77 le mozioni. Un numero ragguardevole, effetto dell'inasprimento delle sanzioni nei confronti degli assenteisti».



Anche il governo ha annunciato la riduzione di alcuni benefit. Il suo punto di vista?


«Sarebbe bene che chi ha annunciato dei tagli poi li facesse. Stupisce che il governo regionale ci chieda qualcosa che abbiamo già fatto e che invece lui stesso non fa. Già nel 2010 abbiamo ridotto le spese dell'Assemblea e l'ultimo Consiglio di presidenza ha votato un ulteriore inasprimento. Da un confronto effettuato tra le spese che riguardano la presidenza della Regione e quelle dell'Assemblea risulta che le prime sono aumentate del 5,9 per cento, le nostre invece sono diminuite dell'1,29 per cento».



La legge sulla riduzione dei parlamentari regionali da 90 a 70 per due volte è stata bocciata dall'aula.


«La proposta di legge purtroppo è ferma su un binario morto, in commissione Affari costituzionali, dopo aver ricevuto voto negativo in Assemblea per ben due volte e in commissione una volta. Personalmente non ho rinunciato a questa idea, ma il Parlamento è assolutamente libero e sovrano».

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