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Regione, manager rimangono ma la società chiude: spesa da due milioni

Sono 57 i dirigenti alla guida di partecipate messe in liquidazione. Volti noti e meno noti che malgrado tagli ai compensi strappano ancora contratti che sfiorano in alcuni casi i centomila euro

PALERMO. È la carica dei 57 manager che in attesa di perdere la società partecipata di cui sono alla guida costano alla Regione un milione e 675 mila euro. Volti noti e meno noti che malgrado tagli ai compensi introdotti con l’ultima Finanziaria regionale strappano ancora contratti che, grazie a doppi incarichi, sfiorano in alcuni casi i centomila euro.


L’ultima nomina in ordine di tempo è arrivata qualche giorno fa. Lombardo ha rinnovato il vertice di Multiservizi, società che in base a un piano appena approvato dovrebbe essere presto inglobata da Beni culturali spa. Intanto, alla guida di Multiservizi va Anna Rosa Corsello, fra i dirigenti più esperti dell’amministrazione: è anche al comando dell’Ispettorato regionale al Lavoro. Alla Corsello va un compenso di 40 mila euro lordi all’anno. E al suo vice, Serafino Nicoletti, un assegno di 30 mila euro lordi all’anno.



Non sono le cifre maggiori. All’Azienda siciliana trasporti, da sempre in procinto di essere privatizzata, i cinque membri del consiglio di amministrazione - Dario Lo Bosco, Giulio Cusumano, Giuseppe Campagna, Lucio Augello e Giovanni Trigona - incassano 45 mila euro annui ciascuno. Solo per il Consiglio di amministrazione l’Ast spende dunque 225 mila euro all’anno. L’assessorato all’Economia ha pubblicato ieri i compensi ufficiali. E nella speciale classifica dei più pagati svetta Marianna Li Calzi, consigliere Unicredit, che percepisce 133.882 euro all’anno. Nella top five dei manager più pagati ci sono poi due lombardiani storici. Gianluca Galati è al vertice di Lavoro Sicilia spa, dove percepisce 30 mila euro annui, ed è anche presidente di Siciliacque che gli garantisce altri 77 mila euro per un totale di 107 mila. Galati è anche dirigente generale esterno del dipartimento Energia della Regione.


Ha due incarichi anche Nino Scimemi che ai 20 mila euro frutto del ruolo di consigliere in Italkali somma i 54 mila dell’identico ruolo in Siciliacque. Fra chi ha un solo incarico il compenso più alto - 50 mila euro - va a Cleo Li Calzi, presidente dimissionario di Sviluppo Italia spa, e a Mario Brancato esponente dell’Mpa etneo che è alla guida della Mercati agroalimentari Sicilia. Salvatore Giglione, attuale dirigente generale alle Foreste, è anche presidente di Sicilia patrimonio immobiliare spa da cui percepisce 30 mila euro. Nello stesso Cda figurano Simona Castellucci, figlia di uno dei più importanti ex dirigenti della Regione, che percepisce 22 mila euro e Ignazio Basile (stesso compenso).


Al vertice della Beni culturali spa c’è invece Elena Pizzo (compenso da 30 mila euro) che è anche consigliere in Riscossione Sicilia spa e ha un incarico da dirigente alla Regione. La Beni culturali spa, destinata a diventare una maxi società da quasi 3 mila dipendenti, ha già il record di incarichi e consulenze varie. Il vice presidente è la dirigente regionale in pensione Adelaide Spatafore (20 mila euro) e del Cda fa parte Salvatore Sammartano (20 mila) che fa parte anche dello staff dell’assessore Massimo Russo. Ci sono poi altri 10 membri organismi di controllo e 9 consulenti per una spesa aggiuntiva negli ultimi anni di 378 mila euro.

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