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Rimpasto "politico", Lombardo frena

Il governatore: col Pd ci può essere solo un governo elettorale, che affronta il voto e confortato dal consenso trova l’unica giusta legittimazione a governare

PALERMO. Al Pd sempre più spaccato Raffaele Lombardo ha mandato un messaggio chiaro: non ci sarà alcun rimpasto, in giunta non entreranno assessori politici al posto dei tecnici.
Rispedita al mittente la proposta che avrebbe permesso di saldare di nuovo le varie anime del Pd. A Francantonio Genovese che accusava Cracolici di avere un rapporto esclusivo con Lombardo, Lupo aveva proposto proprio di lavorare tutti insieme per un governo politico. Ma per Lombardo «col Pd ci può essere solo un governo elettorale, che affronta il voto e confortato dal consenso trova l’unica giusta legittimazione a governare». Come chiedono Udc e finiani, Lombardo non compirà l’ultimo passo del ribaltone. Le frasi di Lombardo hanno irritato il Pdl: «Non c’è misura alle sue provocazioni. Lombardo è il Re Mida di ogni infrazione politica, etica e amministrativa» ha detto Innocenzo Leontini.
Con queste premesse è andato in scena il primo round della resa dei conti interna al Pd. Tre ore di confronto non sono bastate a ritrovare l’intesa ma neppure a sancire l’addio dell’area Innovazioni (gli ex margheritini). Se ne riparlerà stamani. Rinaldi, Gucciardi, Vitrano, Ammatuna, Picciolo e Laccoto restano critici verso il capogruppo: «Non rappresenta tutti - ha detto Gucciardi -. Vorremmo evitare una scissione ma il muro contro muro non giova a ritrovare unità. Le soluzioni ancora non si vedono». Il confronto «è stato aspro e durissimo» ha sintetizzato Bernardo Mattarella, che guida un’altra area critica dell’asse Cracolici-Lombardo.
I toni si sono accesi soprattutto quando Rinaldi ha contestato a Cracolici la «gestione amministrativa e contabile del gruppo». Il riferimento è al contributo da 3.750 euro a deputato che l’Ars assegna per le spese politiche. Fondi che Cracolici impiega per l’intero gruppo («per stipendi e finanziamento dell’attività parlamentare» fanno sapere dallo staff del capogruppo) ma che l’area ex Margheritina vorrebbe mantenere nella disponibilità di ogni parlamentare. Cracolici avrebbe urlato a Rinaldi «sono pronto a farti vedere i bilanci». Altro motivo dello scontro sarebbe una parte dell’eredità del debito lasciato dall’ex gruppo Margherita che ora i deputati vorrebbero caricare sul gruppo Pd.
L’ipotesi scissione resta probabile anche se, conferma Gucciardi, si tratterebbe di un gruppo autonomo all’interno del Pd. Un modo anche per trattare direttamente con Lombardo. I malumori, dunque, rimangono sul campo e Cracolici è gelido: «Anche io ho i miei».
In questo clima l’Ars si è comunque riunita ed è riuscita ad approvare una legge 62 giorno dopo il varo dell’esercizio provvisorio. È passata la leggina che tutela la Targa Florio. Un provvedimento, hanno spiegato i finiani Gianmaria Sparma e Alessandro Aricò, che permette di riportare il percorso nello storico tracciato che passa dentro il parco delle Madonie. In questo modo - ha aggiunto Aricò - la Fia può riportare la gara all’interno del calendario internazionale. Soddisfatto anche Giovanni Greco del gruppo Misto. Durante il voto il governo è andato sotto nell’unico emendamento (dei 500) ammesso. È passata così una norma cara al Pdl, ala Firrarello, che permette la proroga di benefici fiscali ed economici, oltre alle concessioni demaniali, agli operatori del parco dell’Etna. Si tratta in particolare di strutture danneggiate dall’eruzione del 2002. L’assessore al Territorio, Sparma, si è mostrato scettico: «È stato un blitz dell’opposizione ma la norma non ha copertura finanziaria».
Oggi l’Ars ripartirà dalla legge sulla semplificazione amministrativa. Un testo che introduce tempi certi e rapidi per l’esame delle pratiche e punta sulla autocertificazione generalizzata. Su questo testo l’opposizione ha presentato 800 emendamenti perchè - secondo Cracolici - intende ritardarne il varo ostacolando così evitare l’esame successivo della riforma elettorale per i Comuni. Ma per Rudy Maira «il testo deve essere coordinato quantomeno con la riforma federalista. Per queste ragioni va approfondita una materia che diventa essenziale per migliorare il rapporto tra la macchina regionale e i cittadini utenti».

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