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Casini, sì a un governo del Pdl ma senza Berlusconi

Il leader dell’Udc: “Sarebbe una via d'uscita ragionevole. Altrimenti non restano che le elezioni”. Capezzone: “Gli elettori hanno scelto il Cavaliere”

ROMA. Dentro al Pdl "ci sono personalità autorevoli che potrebbero guidare un governo "senza", ma non "contro", Berlusconi, che potrebbe conservare il ruolo di leader del centrodestra e dedicarsi a chiarire la sua posizione personale. Al di là di quel che dicono tutti i giorni in tv, credo che nel Pdl siano in tanti a pensarla così. Sarebbe una via d'uscita ragionevole. Altrimenti non restano che le elezioni". E' quanto afferma alla Stampa Pierferdinando Casini spiegando che "se nasce un altro governo, i responsabili non         sarebbero solo quelli che si sono costituiti in gruppo. Ci saremmo anche noi".            
Casini precisa che "non è il caso Ruby che cambia qualcosa, ma la reazione di Berlusconi che addirittura evoca il tentativo di un colpo di Stato". Per questo chiede che il Cavaliere si spieghi "come fece Clinton con Lewinsky". "Quando le cose si chiariscono - spiega - i giudizi diventano più razionali".  D'altronde, osserva Casini, "Berlusconi non può credere di convincere l'opinione pubblica che Ruby sia una santa e che i magistrati che indagano su un caso di prostituzione minorile che lo coinvolge meritino addirittura una "punizione". Ma per chi ci ha preso?".            
"Chiunque si illuda di ritentare la strada del ribaltone, tessendo la tela di governi tecnici o tecnico-politici, sbaglia due volte. Primo: perché non riuscirà nell'impresa. Secondo: perché si tratterebbe di un'offesa alla democrazia": lo afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "Gli elettori hanno scelto Silvio Berlusconi tre volte su tre: nel 2008 alle politiche, nel 2009 alle europee, e nel 2010 alle regionali, con maggioranze via via crescenti. Dunque, o Berlusconi o elezioni (con Berlusconi, ovviamente). Tertium non datur", conclude.          

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