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Precari del volontariato, il governo va avanti

Dopo le critiche di Confindustria e sindacati, che hanno invocato la revoca del bando, Piraino ha incontrato le principali associazioni sociali. Entro il 31 gennaio la presentazione delle domande

PALERMO. Il governo rinnova il patto con le associazioni di volontariato e rompe gli indugi: il bando per l’arruolamento di stagisti da pagare 500 euro al mese per una spesa di 6 milioni e mezzo non verrà ritirato. La presentazione delle domande va avanti, dunque, come da programma: termine ultimo il 31 gennaio.
Dopo le critiche di Confindustria e dei sindacati, che hanno invocato la revoca del bando, l’assessore al Lavoro Andrea Piraino ha incontrato lunedì sera le principali associazioni di volontariato. Attorno a un tavolo si sono ritrovati, fra gli altri, i responsabili di Caritas, Forum del volontariato, Acli, Federsolidarietà, Coordinamento H, Confcooperative e Legaccop. Si tratta delle stesse associazioni che dovranno gestire la fase di presentazione dei progetti e, una volta approvati, il successivo arruolamento di disoccupati e persone svantaggiate (ex detenuti, in primis). Il bando prevede infatti che a fare la domanda siano queste associazioni: chi chiede un posto dovrà poi rivolgersi a quelle che hanno ottenuto i finanziamenti.
Piraino ha dettato una nota in cui annuncia che «le associazioni hanno accolto la proposta di proseguire sulla strada già tracciata dal provvedimento». Per l’assessore «si è sviluppato un serio dialogo che ha condotto a un sostanziale accordo. Dalle associazioni del terzo settore sono emerse anche alcune importanti osservazioni che saranno prese in considerazione dall'assessorato per migliorare la sostanza del bando».
Le modifiche richieste non porteranno a un nuovo bando ma a semplici circolari che delineeranno alcune zone d’ombra del testo attuale. «Fra le principali richieste - ha precisato Giuseppe Mattina della Caritas - c’è quella di dire con chiarezza che gli stage non potranno essere attivati presso enti pubblici ma solo in aziende private e per lo più diverse dagli enti che hanno presentato i progetti. Ciò proprio per evitare di creare i presupposti di nuovo precariato». E ancora, le associazioni hanno chiesto di «specificare il compenso che verrà assegnato agli stagisti, magari facendo riferimento ai contratti nazionali». Infine, «spiegare in modo dettagliato i criteri di selezioni dei progetti».
La versione attuale del bando non dice nulla su questi punti: non viene specificata nè la durata degli stage nè il compenso di chi li seguirà. Da qui i dubbi sul numero effettivo degli stage da creare: perchè diminuendo il compenso e la durata dei contratti, a parità di spesa totale, può aumentare il numero dei beneficiari. E proprio per questo motivo i partiti, dal Pid al Pd, hanno parlato di operazione clientelare.
Il Pd in particolare ha presentato ieri un ordine del giorno che costringerà comunque l’Ars a discutere del bando e anche a votare sulla proposta di revoca. È stato il parlamentare agrigentino Giovanni Panepinto a presentare l’ordine del giorno: «Il bando sugli stagisti deve essere ritirato.
Le critiche mosse da più parti, in particolare dalla Cgil, sono condivisibili. La Sicilia non ha certo bisogno di nuovo precariato». Panepinto ha illustrato le parti più contestate: «Questo bando, così com'è, rischia di mettere in imbarazzo il Pd. Le modalità costitutive di un apposito (ulteriore) comitato tecnico di valutazione e la discrezionalità insindacabile - come se fosse una giuria di un concorso letterario o musicale - lasciano dubbi sull'imparzialità dell'azione amministrativa e sulle reali finalità». Le stesse perplessità erano state espresse in altrettante mozioni da Davide Faraone del Pd e da Salvino Caputo del Pdl.
Ieri poi anche l’Udc ha chiesto al governo di fermare un provvedimento ritenendolo inutile e clientelare. Si tratta in questo caso dei corsi di formazione per badanti: «La Sicilia - ha detto la capogruppo dei centristi, Giulia Adamo - non sente certamente il bisogno di 1.600 nuove badanti, soprattutto se oggetto di corsi di formazione finanziati dalla Regione». Per la Adamo «competenze e preparazione di questo ”profilo professionale” sono piuttosto nebulose, anche perchè le sole badanti che operano nelle famiglie in genere lavorano da irregolari».

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