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Regione, pronto il nuovo piano per le partecipate

Undici società saranno messe in liquidazione, altre cinque verranno accorpate a strutture più grandi. Ne resteranno in vita 14 con la possibilità di crearne una quindicesima. Il programma messo a punto dall’assessore all’Economia Gaetano Armao, che ha già superato l’esame della giunta

PALERMO. Undici società saranno messe in liquidazione, altre cinque verranno accorpate a strutture più grandi. Ne resteranno in vita 14 con la possibilità di crearne una quindicesima. Eccolo il piano di riduzione delle partecipate, messo a punto dall’assessore all’Economia Gaetano Armao, che ha già superato l’esame della giunta. A giorni verrà emesso il decreto che avvia l’operazione.



È la quarta versione del piano. La prima risale all’estate 2008, l’ultima è del luglio scorso, firmata dall’ex assessore Michele Cimino (Forza del Sud) ma non ratificata da Lombardo. Ora ecco la veste finale del progetto: 14 aree strategiche, all’interno di ciascuna una sola società resta in vita. La prima novità rispetto al progetto di Cimino riguarda l’area strategica dei servizi ausiliari della Regione. Cambia la società che assumerà il ruolo cardine. Cimino aveva pensato a Multiservizi, Armao e Lombardo hanno optato per la Beni culturali spa che ingloberà Biosphera e Multiservizi: si tratta delle tre realtà più grandi nella galassia delle attuali partecipate (circa 2 mila dipendenti in totale). Cambia tutto pure nel settore della promozione dell’immagine: la società che resta in vita è CineSicilia che ingloba a sua volta Quarit Spa (Cimino aveva previsto di puntare su Beni culturali spa). Armao ha deciso di attivare una nuova area strategica: gestione e valorizzazione del patrimonio (che viene separata così dal settore sviluppo e innovazione). Lì si muoverà la Sicilia patrimonio immobiliare spa che però gradualmente verrà dismessa perchè il governo conta di conferire i propri beni immobili nel fondo per il trattamento di Quiescenza.  Nel settore del credito resta in vita l’Irfis, che ingloberà anche la Sviluppo Italia Sicilia spa. Mentre è confermata l’intenzione di cedere la partecipazione in Unicredit.
Novità anche nel settore della ricerca: si punta sulla Parco scientifico e tecnologico della Sicilia spa, che ingloberà la Sicilia e-ricerca spa (nel piano di Cimino si prospettava l’ipotesi inversa).



Per il resto, confermato il vecchio orientamento: nel settore dei trasporti resta in vita solo l’Ast di cui però si prevede di avviare la privatizzazione, nel settore delle attività informatiche resta la sola Sicilia e-servizi spa. Nell’area sanitaria si punta su Sicilia Emergenza-urgenza spa (erede della Sise) che si occupa del 118. Per il settore dei tributi rimane in vita la Riscossione Sicilia spa. Nel settore idrico confermate le competenze di Siciliacque. E nell’agroalimentare Lombardo e Armao continueranno a puntare su Mercati agroalimentari spa.



Ci sono poi tre aree che, pur create, non hanno ancora una società di riferimento, che sarà individuata in seguito: si tratta di energia, salvaguardia del territorio e sviluppo/innovazione (quest’ultima nel piano di Cimino veniva affidata a Sviluppo Italia spa). Armao ha proposto anche di attivare una quindicesima area, politiche del lavoro, dove verrebbe salvata la Lavoro Sicilia spa.  Nel capitolo dismissioni rientrano alcuni dei vecchi gioelli della Regione: Italkali, Unicredit, Archelios e tre consorzi di ricerca (Micro nano sistemi srl, Agrobio e pesca scrl, Trasporti navali e da diporto). Prevista la cessione delle quote anche della Mediterranea, società creata per partecipare alla gara per la Tirrenia. Già in liquidazione Info/Rac-Map e Terme di Acireale, sarà avviata la liquidazione anche delle Terme di Sciacca.

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