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Berlusconi: "Se mi sfiduciano, sciogliere solo la Camera"

Il Cavaliere traccia la rotta. Avendo una maggioranza salda al Senato, il nodo diventa Montecitorio, dove il Governo è andato già sotto tre volte la settimana scorsa. Si fa strada l'ipotesi del voto anticipato

ROMA. Prima il voto alla Legge di stabilità, poi la questione di fiducia che" sono sicuro avremo al Senato e, credo, anche alla Camera". Se però a Montecitorio il governo non dovesse avere la maggioranza "si andrà a votare", ma soltanto per la Camera e non per il Senato, in modo da riconquistare la maggioranza perduta con la defezione dei finiani. Silvio Berlusconi telefona alla convention del Pdl "Dalla parte del Cavaliere" a Milano ed indica quello che, nei colloqui con esponenti di maggioranza, definisce "il percorso che ci porterà fuori da questa situazione".    


Un tragitto chiaro nelle intenzioni del Cavaliere: fiducia al Senato, dove il Pdl conta di avere una maggioranza salda, poi prova della verità alla Camera, dove l'esecutivo è andato sotto tre volte nella scorsa settimana.    Ma il Cavaliere si mostra ottimista. "Non leggete i giornali che fanno pubblicità  a una politica partitocratica che ragiona o sragiona come se gli elettori non esistessero. Ma esistono, e sono per il 60% con Silvio Berlusconi", dice.     Berlusconi non rinuncia all'attacco contro  Fini: "Ci sono professionisti della politica ormai vicini all'età in cui grandi leader come Bush e Blair scrivono le loro memorie - aggiunge - che possono aspirare alla presidenza del Consiglio o della Camera solo attraverso decisioni di palazzo quindi agendo come se la gente non esistesse. Ma questa non è democrazia, è solo partitocrazia". Ormai,  si spiega in ambienti della maggioranza, il leader di Fli è visto come una "bolla mediatica che si sgonfierebbe al momento del voto".      


Quanto allo scioglimento della sola Camera, il dibattito è aperto. Il  ministro Ignazio La Russa spiega che "politicamente é più legittimo immaginare" che Napolitano "utilizzi la prerogativa di sciogliere una Camera, piuttosto che affidare un incarico per un governo tecnico perché, nel secondo caso, si avrebbe un governo formato dagli sconfitti alle elezioni".    Per Fli, però, 'l'ipotesi del solo scioglimento della Camera " è un escamotage"; e Italo Bocchino invita Berlusconi a dimettersi. Fli, in ogni caso, domani ritirerà la propria delegazione al Governo.    Contrario allo scioglimento della sola Camera anche il Pd, che, con Vannino Chiti,  ricorda il precedente di Prodi: nel 2008  ebbe la fiducia alla Camera e fu sfiduciato al Senato, e Napolitano sciolse il Parlamento.    Il Quirinale, dal suo canto, osserva un rigoroso silenzio in attesa che la crisi sia formalizzata.   


Il Pd contesta anche la decisione di Berlusconi di far cominciare la verifica dal Senato:  "Il premier non può andare discrezionalmente" prima al Senato "perché pensa sia più vantaggioso per lui", spiega Dario Franceschini. E anche l'Udc, con Pier Ferdinando Casini, chiede che "per correttezza istituzionale il dibattito sulla fiducia parta a Montecitorio".    A difesa del premier si schiera la Lega. Secondo Umberto Bossi,in realtà,  "Berlusconi vuole andare al voto - dice - e perciò gioca al ribasso". Il ministro Roberto Calderoli rimarca che il Cavaliere "é stato leale e noi la lealtà la apprezziamo".     Domani, Berlusconi incontrerà ad Arcore proprio Bossi e i ministri Maroni e Calderoli. Al vertice parteciperanno anche i tre coordinatori del Pdl per verificare la tenuta del governo. Il Cavaliere - spiega chi gli è vicino - si fida di Bossi e conta sulla sua lealtà. Nel Pdl, però, non manca chi mantiene alta la guardia temendo che nel Carroccio ci sia chi possa avere altri piani rispetto al Senatur .    


Nel partito non manca chi è convinto che Berlusconi possa salire al Quirinale subito dopo aver ottenuto la fiducia al Senato. Al Capo dello Stato, Berlusconi farebbe presente - si spiega - che un governo tecnico non è realizzabile in quanto Pdl e Lega hanno la maggioranza a Palazzo Madama. C'é chi si azzarda a dire che la proposta di scioglimento della Camera sia soltanto una reazione alla nota ufficiosa del Colle nella quale si menzionava il 'ribaltone' del '94 e che Berlusconi punti invece a riconquistare i parlamentari perduti lungo la strada.

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