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Finanziaria, Regioni e Comuni bocciano maxiemendamento

Non convince la manovra ideata dal ministro Tremonti: "Troppi tagli, è un bicchiere mezzo vuoto"

ROMA. Il maxiemendamento riesce a unire Regioni e Province, passando per i Comuni. Tutti uniti nel bocciarlo. E nemmeno i minori tagli previsti (sulla stampa si è parlato oggi di 1,2 miliardi di nuovi trasferimenti) convincono presidenti di Regioni e di Province e sindaci.    I primi sono scontenti anche perché l'incontro con il governo, che chiedono ormai da settimane, non è stato concesso. "Riteniamo sia stato un errore, da parte del governo, non avere dato seguito all'incontro con le Regioni", ha spiegato oggi il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani, il quale ha aggiunto che i governatori torneranno a chiedere un incontro con il governo "da farsi in tempi rapidissimi" e chiederanno anche incontri ai presidenti di Senato e Camera, Fini e Schifani, e ai capigruppo di tutte le forze politiche "per chiedere uno sforzo al governo, con cui vogliamo fare un accordo. Sappiamo che il momento è complicato - ha detto Errani - ma lavoriamo per la piena collaborazione tra i diversi livelli istituzionali". Per le Regioni, infatti, "con questa manovra si verifica una oggettiva insostenibilità dei bilanci regionali. E quando a dicembre saranno evidenti le ricadute sui pendolari, soprattutto giovani e studenti, credo che si dovrà trovare una soluzione; a quel punto sarà chiaro a tutti che bisogna cambiare la manovra".    


Quanto al maxiemendamento "non risponde alle necessità di dare una serie di servizi fondamentali per le persone, le famiglie e le imprese", ha chiarito Errani, non prevede alcun allentamento del Patto di stabilità e, ha spiegato il governatore della Basilicata, Vito de Filippo, è previsto solo un reintegro di 200 milioni per le politiche sociali e 100 per le borse di studio, oltre ad una copertura dei ticket sanitari per soli 4 mesi.    Ma il maxiemendamento scontenta anche le Province. "Le riposte che ci vengono dal Governo con il maxiemendamento non ci soddisfano perché sono parziali, e soprattutto non intervengono a risolvere la vera questione che avevamo sollevato e su cui c'era stato a luglio un impegno preciso del ministro dell'Economia: l'innalzamento almeno al 4% dei residui passivi da utilizzare per pagare i fornitori e rilanciare gli investimenti sul territorio", ha detto il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione. Una bocciatura - anche se meno sonora di quella delle Regioni - è arrivata anche dall'Anci, riunita a Padova in occasione della XXVII assemblea annuale.   


Il presidente dell'associazione dei comuni italiani, Sergio Chiamparino, "parla di bicchiere mezzo vuoto. Non c'é nessun alleggerimento della manovra - ha detto - né lo sblocco dei residui passivi. L'unica cosa che abbiamo trovato nel provvedimento è una modifica del patto di stabilità e alcune misure che salutiamo positivamente come l'annunciata parziale restituzione dei rimborsi dell'Ici sulla prima casa, ossia 260 mln, sui 350 mln che sono dovuti ai Comuni".

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