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Le indennità all'Ars, chi usa il pc ha 150 euro al mese in più

Tra bonus e premi ecco tutte le voci in busta paga. Per i dipendenti dei gruppi parlamentari compensi fino a 7 mila euro

PALERMO. C’è una indennità aggiuntiva da 150 euro al mese per chi lavora al computer: ovviamente tutti, nell’era digitale. L’economo somma alle già robuste 15 mensilità anche un bonus mensile di 250 euro. L’autista arriva ad aggiungere allo stipendio base 600 euro al mese. Eccolo il contratto atipico che regola il lavoro dei dipendenti dei gruppi parlamentari: l’accordo che, secondo l’Udc e i suoi eredi del Pid, ha portato a un buco di 520 mila euro.
Il contratto è stato siglato nel 2003 e, per quanto scaduto, è ancora applicato perchè non c’è stato il rinnovo. Il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ha rilevato che ci sono dipendenti che si fermano a 1.300 euro netti ma altri che sforano quota 7 mila. Sono 78 i funzionari assunti, in varie epoche e per chiamata diretta (personale che si aggiunge ai funzionari dell’Ars). In più ci sono una quarantina di precari con vari livelli di tutela. Il deficit dei gruppi, che l’Ars si appresta a coprire, si aggira sui due milioni. Cascio ha chiesto però di ancorare la copertura della falla a una revisione al ribasso di questo contratto collettivo che non rientra in nessuna delle categorie professionali normali.
Ma come si arriva a 7 mila euro netti? La busta paga è composta da ben 10 voci. I livelli retributivi sono 4. La base varia da un minimo di 874 euro a un massimo di 1.319. A questa si somma la contingenza che oscilla da 528 a 540 euro. C’è poi una indennità di funzione che va da 93 a 225 euro e una voce fissa denominata terzo elemento che ammonta a 79 euro. Ogni dipendente dei gruppi somma anche un altro «elemento aggiuntivo» fisso del valore di 100 euro. E poi a seconda dei casi ci sono assegni familiari, indennità di economo e per il computer. Gli scatti di anzianità, biennali, valgono il 10% della paga base. Il tutto per 36 ore settimanali di lavoro.
E qui cominciano una serie di possibilità di far lievitare lo stipendio: le ore di lavoro nei giorni festivi, o l’intera giornata, vengono pagate il doppio. Se il dipendente vuole partecipare a corsi di aggiornamento professionale «il gruppo pone a proprio carico le relative spese di partecipazione e viaggio, oltre che eventuali indennità di missione».
Parte dei 78 dipendenti non supera i 4 mila euro al mese. I capigruppo hanno però un margine molto ampio per far lievitare i compensi: «Il capogruppo, previa contrattazione, può aumentare lo stipendio base con un importo non inferiore a 400 euro per lo svolgimento di mansioni di particolare responsabilità». Il contratto è entrato in vigore nel 2003 ma un articolo - il numero 3 - prevede espressamente che chi aveva un trattamento ancora più vantaggioso, cioè «una retribuzione maggiore di quella prevista per qualifica o anzianità ricoperta, conserva il proprio trattamento giuridico ed economico». Da queste due clausole arrivano le buste paga record.
Innocenzo Leontini ha precisato che «il Pdl non ha debiti» ammettendo però che «qualche sofferenza c’è fra chi proviene da An». Al punto che il gruppo ha deciso di dividersi dal punto di vista amministrativo: gli ex forzisti gestiscono in proprio i contributi per il personale - 45 mila euro all’anno per ogni deputato più un contributo fisso da centinaia di migliaia di euro - e lo stesso fanno gli ex An che, come precisa Salvo Pogliese, hanno un debito pregresso che oscilla fra i 50 mila e i 100 mila euro. L’unico gruppo in attivo è il Pdl Sicilia - ex ribelli e finiani - amministrato da Guglielmo Scammacca della Bruca: «Le somme sono più che sufficienti per gli stipendi se si amministrano in modo oculato». Alberto Campagna, PdL, ha rilevato che «il tutto passa attraverso l’uso di risorse pubbliche, serve un monitoraggio sulla composizione di tutti i gruppi».

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