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Ex Pip a Palermo, il caso dei 225 tutor

Il Comune vuole unirli agli oltre tremila precari per i quali è pronta l'assunzione. La Regione chiede di verificare i requisiti

PALERMO. Pronta l’assunzione per circa 3.200 ex Pip dell’Emergenza Palermo, scoppia il caso dei 225 tutor. Una categoria che, quando fu costituito questo bacino (nel 2001), fu aggregata ai precari per formarli ma che adesso è rimasta fuori dagli elenchi di chi sarà contrattualizzato nell’orbita della Regione.
E così fra Comune e Regione da giorni è in corso un fitto scambio di lettere. Da Palazzo delle Aquile spingono politicamente per allargare la pianta organica ai tutor fornendo documenti risalenti anche al 2001. Secondo la Regione, a una prima analisi, questo personale non avrebbe i requisiti. Un caso spinoso - perchè la categoria è in fermento - che finirà oggi sul tavolo congiunto delle commissioni Lavoro e Attività produttive. La vicenda Pip approda quindi all’Ars, agganciandosi allo scontro fra la nuova opposizione (Pdl, Pid e FdS) e la nuova maggioranza (Mpa, Pd, Udc, Api e Fli).
Il caso tutor matura a fine agosto, quando il Comune invia all’assessorato regionale al Lavoro gli elenchi dei 225 interessati. L’assessorato al Lavoro risponde chiedendo dettagli e requisiti in possesso dei tutor. Il Comune controreplica ricostruendo la storia di questo personale e sottolineando che «ne deriva che questi soggetti facevano parte del progetto» iniziale e «sono stati utilizzati per almeno dodici mesi continuativi» malgrado adesso «non risultano inseriti negli elenchi speciali». Per l’assessore comunale alle Risorse umane, Roberto Clemente (passato dall’Udc al Pid), tanto basta perchè «la Regione affronti il problema che riguarda questi lavoratori». Clemente ammette che da settimane «ci sono pressioni presso i nostri uffici».
Ma la dirigente dell’assessorato regionale al Lavoro, Letizia Di Liberti, rinvia la decisione alla valutazione finale dei requisiti: «In base all’articolo della Finanziaria che ha previsto queste assunzioni, i tutor dovrebbero avere una continuità di rapporto di lavoro che arriva almeno al 31 dicembre 2009 e dovrebbero figurare negli elenchi dell’Emergenza Palermo».
Intanto oggi all’Ars la battaglia si allargherà al regime giuridico di questi lavoratori e della onlus che li ingloberà. Per il presidente della commissione Attività produttive, Salvino Caputo (Pdl), «non è ancora chiaro se questa onlus potrà avere un regime fiscale e contributivo agevolato al punto da abbattere del 50% o 100% alcune spese. Inoltre, alcune delle attività che questi operai, per statuto, svolgeranno con la onlus sono necessariamente soggette a Iva e quindi i costi aziendali aumenteranno». Il senso dell’obiezione è che così i 26 milioni stanziati per il 2010 e poi i 36 degli anni successivi potrebbero dover coprire anche i costi di gestione sottraendo risorse per gli stipendi, che potrebbero non essere aumentati come annunciato durante i lavori della Finanziaria.
Ma Caputo porrà sul tavolo anche un’ultima obiezione: «Vogliamo verificare se sono in corso, come pare certo, fenomeni di caporalato per l’iscrizione nelle liste di chi sarà assunto».

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