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Berlusconi, sì alla fiducia. E dalla Sicilia nasce l’asse del Sud

Con 342 sì il premier ottiene il via libera ad andare avanti, determinanti voti di Futuro e Libertà. Con l’appoggio di finiani ed Mpa si allarga il progetto del terzo polo oltre i confini dell’Isola

ROMA. La fiducia della Camera al Governo Berlusconi con 342 sì, 274 no e 3 astenuti consegna al premier un esito quantomeno controverso: il governo è autorizzato ad andare avanti, ma politicamente è mancata la dimostrazione di autosufficienza dalla componente finiana, cosa
che innervosisce gli alleati leghisti.
Ma c'é di più: Gianfranco Fini si è preso da solo la legittimazione politica della "terza gamba", che il premier non gli aveva voluto concedere, con l'annuncio dell'imminente nascita del suo nuovo partito. Evento che potrebbe anche indurlo a breve a rassegnare le dimissioni dalla presidenza della Camera, seguendo l'invito della fondazione Farefuturo, e sgombrando così il campo dal lungo tormentone estivo della incompatibilità dei ruoli.
Un fatto è certo: il caso Montecarlo, che aveva dominato le prime pagine dei giornali e condotto il centrodestra sull'orlo del baratro, alla fine è stato il grande assente del dibattito parlamentare. Pur di guardare avanti e di scongiurare la fine traumatica della legislatura, il Cavaliere ha smorzato i toni facendo violenza alla sua natura di lottatore, quella natura affiorata quando ha negato con tutte le sue forze di aver mercanteggiato i voti con i fuoriusciti dell'Udc e dell'Api.    
Del resto secondo il presidente del Consiglio in questo momento non esistono vere alternative al governo e le elezioni costituirebbero un salto nel buio. Dunque Berlusconi ha preferito sorvolare sulle asprezze degli ultimi tempi e sul ruolo di Gianfranco Fini nella maggioranza, richiamando tutti al senso di responsabilità e a "remare insieme" per la nave Italia.
Ma l'obiettivo politico principale, la marginalizzazione di Futuro e libertà, è stato clamorosamente mancato. I movimenti di truppe al centro non hanno prodotto alcun risultato: la sicurezza dei colonelli del Pdl di conquistare prima "quota 316", poi "quota 309", è naufragata alla prova del fuoco e anzi si è assistito a qualche imprevista defezione. Al di là della difficile "contabilità del voto" (come ironizza Pier Ferdinando Casini), l'apporto dei finiani è sempre decisivo per la tenuta della maggioranza e lo sarà ancor di più nel piccolo cabotaggio parlamentare del giorno per giorno, quando si tratterà di garantire le presenze in commissione.  
La mozione di fiducia congiunta di Fli con l'Mpa di Raffaele Lombardo ha avuto esattamente questo significato: annunciare la nascita di un asse per il Sud che in Sicilia ha già dato vita al nuovo governo regionale e che promette di allargare il progetto del terzo polo oltre i confini dell'isola. Questa è la "fiducia del cerino" di cui parla Pier Luigi Bersani: un pericolo assai insidioso per l'asse del Nord Pdl-Lega, così insidioso da indurre Umberto Bossi a dire che a lungo termine il governo non durerà perché i numeri "sono limitati".
Insomma l'ombra delle elezioni anticipate si sposta solo un poco più in là, alla prossima primavera: ciò spiega le defezioni che interessano molti partiti in conseguenza dell' attuale legge elettorale e che induce il segretario dei democratici a parlare di un "paradiso fiscale della politica nel quale leggi e carriere sono al portatore".
I sondaggi dimostrano quanto sia difficile per il Pd inserirsi in questo scenario: l'opposizione a Berlusconi appare demandata quasi più ai finiani e ai lombardiani che votano con il centrodestra che ai partiti del centrosinistra.

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