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Regione, Lombardo in aula: "Non sono io il ribaltonista"

Il governatore, dopo aver chiesto il rinvio di un'ora, sta parlando all'Ars. Duro attacco al Pdl: "Io lavoro in autonomia, non sono io che ho votato contro la proposta di Russo per riportare a galla la sanità"

PALERMO. Dopo aver chiesto il rinvio di un'ora, il presidente della Regione Raffaele Lombardo sta parlando in aula, per presentare quello che dovrebbe essere il Lombardo quarter. Ecco l'intervento in diretta:
"Stiamo vivendo un momento importante per la Sicilia. Ho avuto una sola bussola, quella
dell'autonomia speciale e dell'interesse esclusivo e costante della Sicilia". A fianco di Lombardo in aula ci sono alcuni assessori che saranno confermati nel governo quater: Massimo Russo, Pier Carmelo Russo, Marco Venturi, Mario Centorrino e Caterina
Chinnici. Michele Cimino e Titti Bufardeci vicini a Gianfranco Micciché, che si sono dimessi da assessori, siedono negli scranni dell'Ars assieme agli altri deputati, così come Lino Leanza (Mpa), che in apertura di seduta ha comunicato le proprie dimissioni dalla giunta".


"In questi momenti importanti a guidare le mie scelte io ho avuto una sola guida, una sola bussola: quella dell’autonomia speciale, quella dell’interesse esclusivo, quella dell’interesse costante della Sicilia, tra limiti ed errori, da perseguire. Quella dell’autonomia, dalle nostre parti, è una formula abusata. La sentiamo proclamare nei grandi discorsi, anche perché il termine autonomia ha un’assonanza perfetta con la nostra tradizione storica. Ma è un’autonomia che quasi mai è stata sperimentata e attuata. Io vi dico, ho fatto una ricerca, che anche allora, nel 1958, fu un’esperienze ripudiata, scomunicata. Sacrificata quella formula dell’autonomia, sull’altare degli altari Romani, calpestata dall’insegna del non fare, dello spendere, del non governare. La vera autonomia in questi due anni e mezzo, per chi come me ha imboccato una strada diversa ma esaltante, è stata libertà di guardare impietosamente la realtà per come è, anche se da un osservatorio molto diversa.


La realtà per riconoscere gli errori di noi stessi, l’ho sempre detto, è quella di chiedere scusa, ma è anche la libertà di esprimere la determinazione di cambiare a qualunque costo. La libertà di una macchina regionale dai mille sprechi, incapace di dare risposte certe. La realtà di una sanità, costosissima e infetta, con i cittadini in fuga per cercare la salute. Una terra fertile ma povera di benessere e di lavoro. Perché, in questi ultimi 20-30 anni e anche di più, ci siamo fatti consegnare le chiavi della nostra vita e della nostra speranza accontendadoci di piccoli pieni. E’ stato un sfruttamento di tutto: dal grano, dall’acqua, dal sudore della fronte. Autonomia per me significa voltare pagina, impossessarsi della terra e del nostro futuro, tra un milione di difficoltà. Non ci siamo abituati. I più provano un senso di vertigine quando proviamo a guidare questa autovettura, ma stiamo cercando di farlo.


Paghiamo un divario da qualunque paese europeo , con il sacrificio di una finanziaria che ci costa 1 miliardo di eurto, che brucia 16 miliardi di euro del debito pubblico che cresce. Il governo ha portato di buono la proroga per i 22000 precari e poco altro. Questo Governo assiste rassegnato e impotente al nichilismo del bipolarismo. Autonomia è superare la logica di questi due schieramenti che non hanno portato a niente di buono. Dobbiamo lavorare per lo schieramento che io ritengo il, migliore, quello della Sicilia. Tutti si stupiscono per i ribaltoni e per i trasformisti. Il presidente ha agito dopo il voto della gente e ha agito secondo le loro richieste. Io non sono ribaltonista. Chi è che ha votato contro il piano di rientro di Russo come ha fatto il Pdl, sul disegno di legge per un piano di rientro concordato dallo Stato per risanare il debito sulla sanità pubblica?".


"Dinanzi ad un disegno di disegno di legge di riforma, coerente con il piano di rientro che era stato congegnato, questo disegno di legge vedeva contrapposto un altro disegno di legge, a firma prima del capogruppo del Pdl, il che è anomalo, non è una provocazione. Sarebbe come se un ministro di un governo nazionale un disegno di legge e un capogruppo alleato presentasse un contro disegno diverso, anche se non contrario. Questa è la realtà, ed è la verità E' stato quello uno dei primi punti di scontro all'interno della maggioranza. poi c'è stato un voto, quasi casuale o forse per nulla, che interferiva sul sistema dei rifiuti per come era stato congegnato, che piano piano progressivamente metteva in discussione quel piano stesso, che era basato su un sistema di termovalorizzazione che era sovradimensionato, che comunque avrebbe chiuso con un risarcimento di 329 milioni di euro. Nessuno ha ribaltato niente. Cosa avrebbe dovuto fare il Governo? Mediare, conciliare, fare un passo indietro? Magari penalizzando il sistema sanitario? E' stata lì la divaricazione. Quel voto più simbolico che altro sul documento di programmazione simbolico e finanziario sul governo, che ha deciso di andare avanti, di non fare marcia indietro, e ha trovato lungo la stessa strada nuove sintonie, che hanno consentito di procedere tra mille ostacoli, di andare avanti. Se non ci fossero stati i numeri per andare avanti con le nuove sintonie, questa esperienze e questo percorso che ho portato avanti con onore e fatica, saremo comunque a posto con la nostra coscienza nei confronti della gente. E poi, se permettete, ribaltoni o non ribaltoni. A Roma viene definito ribaltone un dissenso espresso al presidente del Consiglio, e invece sarebbe coerenza a Palermo esercitarsi al tiro al bersaglio sul programma e sul presidente della Regione?"


"Un programma di risanamento, molto molto complicato, per cercare di fare chiarezza agli occhi dei siciliani, per cercare di fare chiarezza e pulizia. Questo è il nostro lavoro e del governo, che questa sera presentiamo e dei quali tratteggiamo brevemente i punti programmatici. Alcune, poche, essenziali, radicali riforme che dobbiamo andare avanti. La prima di tutte dovrà riguardare noi stessi, cioè la Regione. Una Regione che è un immenso motore che tutto ispira, tutto pretende di regolare e di controllare, di autorizzare e di mediare, una Regione piena zeppa di leggi e di decreti, per certi versi inefficente e parassitaria. Dovremmo semplificare il tutto, anche le leggi che in questi 60 anni sono state prodotte, spesso in contrasto tra di loro. Questa Regione, secondo me, deve "dimagrire". E' giunto il momento di decentrare. Non so che federalismo avremo, magari del tutto particolare, di un tipo al Nord, consapevole della sua forza economica, saranno consentite tante cose. Noi abbiamo qualche punto al nostro favore, ma ho la sensazione che la secessione di fatto, con tanto di bollo, ci sarà, con noi sempre più lontano dal Sud".


"Io credo nel Federalismo, con le nostre capacità e con le competenze che ci attendono. E' il caso di pensare ad un decentramento di competenze verso il basso. Competenze, risorse e poteri a chi? Ai Comuni. La Regione manterebbe il controllo su tutto, una Regione alleggerita enormemente anch'essa dal peso di un eccessivo potere. I Comuni come destinatari di questo decentramento, perchè come sappiamo rendono efficienti i servizi e naturalmente, tra le tante competenze, devolvono verso l'alto le politiche di respiro sovracomunali"



"I vertici dei Comuni devono essere scelti per i meriti propri, non per le liste o per altri giochi. I precari sono stati sottratti dal ricatto della proroga devono essere impiegati al meglio per raggiungere i livelli virtuosi. A proposito di precari, quella della scuola sono importanti. Abbiamo previsto il tempo pieno il tempo pieno, ma c'erano poche risorse. Abbiamo sbagliato a credere in certe cose. Migliaia di persone vengono privati al diritto di una vita dignitosa. Servono le risorse, dobbiamo trovare queste risorse".


"Voglio sottolineare l'impegno svolto dagli assessori, soprattuto sulle attitività produttive, che nell'Isola stanno attraversando un momento drammatico. Abbiamo il problema della Fiat, delle aree industriali. Ci sono molti enti in perdita, con i bilanci in rosso. Ancora più drammatica è la situazione in campo agricolo: non penso che ci siano prodotti che si vendano a più della metà dei costi di produzione. Mi viene rimproverato un impulso straordinario nell'accelerazione della spesa. Con un governo che è fatto da uomini e donne che non sono deputati, che certo non avranno l'esperienza ma che si confronterà con fermezza, che possono svolgere con gli assessori e con chi vuole portare avanti questo programma un buon lavoro"


"Se non ci sono le condizioni, se non ci sono i numeri, come scommette qualcuno, se ne prende atto. Se qualcunocome in passato ha pensato che io muti di un grado la mia formazione politica, posso dire di certo che non sarà così. Lo so che ho scontentato e che scontento tanta gente. Ho sempre un interrogativo: faccio il mio dovere o cerco consenso? Qualcuno è normale che venga infastidito. Molti dei nostri programmi si realizzeranno più avanti. Scegliamo la pista della convenienza? Credo proprio di no. Continuamo fino a quando queste condizioni permangono. Sentirò tutti voi e se c'è da cambiare qualcosa al programma lo farò, me ne prenderò le responsabilità. Se abbiamo riserve sulla compagnia, meglio perdere ma restare a posto con la propria coscienza."






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