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Aria di scissione nell’Udc siciliano

Romano, Cuffaro e Mannino stanno già lavorando alla separazione. Casini: il loro peso non supera lo 0,6% e poi ci sono personaggi scomodi

PALERMO. La sfida di Casini, l’addio dei cuffariani. In casa Udc è il giorno in cui la rottura fra il leader nazionale e l’azionista di maggioranza del partito è stata consumata.
Il segretario nazionale ha annunciato l’arrivo in Sicilia, il 25, per riprendersi gli uomini rimasti vicini all’ex governatore. Romano, Cuffaro e Mannino stanno già lavorando alla scissione.
Per Casini «se l’Udc siciliana non si trova bene con noi, è giusto che vada via. Il suo peso non supera lo 0,6%. A fronte dei voti persi, non è detto che non ne arriverebbero di nuovi da parte di chi non ci votava per la presenza di personaggi scomodi come Cuffaro». Il riferimento è alla condanna a 7 anni dell’ex governatore. E Cuffaro ha notificato l’addio: «Sono dispiaciuto per le parole del mio amico Casini. Continuo a preferire l’eleganza del silenzio e prego anche per lui».
Cuffaro, Romano e Mannino hanno scelto il sostegno a Berlusconi a Roma e l’opposizione a Lombardo a Palermo: c’è un patto con l’ala Schifani-Alfano del Pdl. Casini sta optando per il Pd e ha promosso l’ingresso in giunta dell’ala che fa capo a Giampiero D’Alia (Ardizzone, Forzese, Parlavecchio e forse Ragusa): «Lombardo non è un usurpatore, è stato eletto». Il pressing di Casini sugli 8 deputati cuffariani è incessante: ha già riconquistato il presidente della Provincia di Ragusa, Franco Antoci, e il 25 partirà con una manifestazione a Messina per chiamare a raccolta il partito. Lombardo sta dando una mano allettando i cuffariani con la presenza in giunta. E Ardizzone si è spinto a prevedere che «avremo alla fine un deputato in ogni provincia e due a Palermo, Catania e Messina. In molti, ora che lo spazio si è creato, verranno da noi». Segnale che i casiniani considerano già fuori gli uomini di Cuffaro e Romano.
A casa di Romano, nei giorni scorsi, è stato ideato un nuovo movimento in cui confluire se e quando la rottura con Casini sarà definitiva. Non ci sarà un ingresso nel Pdl ma un partito autonomo. E l’ambizione è che non sia solo un movimento siciliano: «Il dissenso nell’Udc è anche in altre regioni» ha avvertito il capogruppo Rudy Maira. Ma nei progetti degli scissionisti c’è anche una sorta di blitz: Casini ha annunciato lo scioglimento dell’Udc per creare il partito della nazionale. Se i siciliani non aderissero al nuovo soggetto - è il ragionamento dei cuffariani - potrebbero restare i titolari dell’Udc, evitandone lo scioglimento e mantenendo il simbolo.

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