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Pdl in Sicilia, il nuovo partito è lontano

Aperto il dibattito dopo la richiesta del sottosegretario Micciché. Adamo: "Non andiamo con i lealisti, ma resteremo alleati autonomi". Vizzini: "Evitare lo spezzatino"

PALERMO. Il Pdl ufficiale rilancia, e la trattativa per il rientro di Miccichè fra le file del partito berlusconiano resta senza una conclusione.
Il nodo è soprattutto la richiesta del sottosegretario e fondatore del Pdl Sicilia (i cosiddetti ribelli) di realizzare un proprio partito, che poi alle Politiche confluirebbe nelle liste ufficiali del Pdl scavalcando così gli sbarramenti per l’ingresso nelle Camere. A livello regionale però il nascente Partito del Popolo siciliano si muoverebbe autonomamente pur in alleanza col centrodestra berlusconiano. Sarebbe il modo con cui Miccichè salverebbe l’esperienza del Pdl Sicilia, rimasto al governo malgrado l’uscita dell’area Alfano-Schifani.
Del tema ieri sera hanno parlato a cena Miccichè e la capogruppo dei ribelli, Giulia Adamo: «Noi non intendiamo rientrare nel Pdl lealista, che riteniamo abbia danneggiato la Sicilia - ha detto la Adamo - ma non vogliamo cambiare alleanze. Resteremo alleati del Pdl ma in posizione autonoma».
La proposta, già formulata a Berlusconi, è ora sul tavolo dei big lealisti a Roma. Ne hanno discusso martedì sera Angelino Alfano, Pino Firrarello, Carlo Vizzini e Giuseppe Castiglione. Ne è venuto fuori un no pregiudiziale, anche perchè il timore dell’area ufficiale del partito è che ci sia poi una moltiplicazione dei partiti federati: «Bisogna evitare - ha detto Vizzini - che muoia il Pdl Sicilia e inizi lo spezzatino del Pdl».

La trattativa riguarda almeno altri due punti. Il primo è la eventuale candidatura a Palazzo d’Orleans per il dopo Lombardo. Una candidatura sempre rivendicata da Miccichè. Il secondo è la composizione del coordinamento regionale e dei coordinamenti provinciali. Sul primo tema il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ha già chiesto cautela ai vertici romani: «Nessuna decisione sulla eventuale corsa alla presidenza». In ogni caso Cascio è fra quanti pressano per ridimensionare l’offerta da fare a Miccichè: «Sono per riaccogliere il figliol prodigo. Ma non credo sia necessario sacrificare tutti i vitelli, ne basta uno».
Vizzini ha invitato a soprassedere su questi temi: «Attendiamo che Lombardo formalizzi una giunta in cui il Pdl è tutto fuori, poi ragioniamo in maniera paritaria su tutto. Senza posizioni di vantaggio». Da martedì infatti, quando Lombardo ufficializzerà il nuovo governo, il potere contrattuale di un Miccichè già fuori dalla giunta sarebbe ridotto. L’incontro di martedì sera è stato un primo giro di consultazioni. Ma Castiglione, coordinatore in carica, ha individuato la linea: «L’obiettivo è recuperare tutti e ricostruire il partito». Per Castiglione, il coordinamento regionale non è però in discussione. E un accordo con Miccichè sugli altri punti della trattativa potrebbe mettere al riparo la postazione di comando del partito in Sicilia.

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