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Rischiano il posto 1850 sportellisti

Corsa contro il tempo della Regione per salvare i dipendenti dopo la parziale bocciatura della Corte dei conti alle proposte per regolare i nuovi sportelli multifunzionali

PALERMO. Non meno di nove mila prestazioni da erogare in tre anni e un budget prefissato per la gestione che non può superare i 290 mila euro all'anno. Ma soprattutto dal primo ottobre le spese saranno esitate con fondi europei e non più con soldi della Regione. Ecco le principali linee guida dei decreti, riscritti dall'assessore al Lavoro, Lino Leanza, dopo la parziale bocciatura della Corte dei Conti, che dovrebbero regolare i nuovi sportelli multifunzionali.


Per salvare il posto di lavoro di circa 1.850 dipendenti del settore, l'assessorato oggi invierà i decreti alla Corte dei Conti. La data ultima era quella del 30 settembre, quando scadrà la proroga alle vecchie strutture. L'ok dei magistrati contabili consentirebbe l'impegno di 90 milioni e 662 mila euro di fondi Fas, destinati a finanziare per tre anni 105 sportelli che seguiranno gli studenti nel percorso che li porterà al mercato del lavoro, e altri 133 milioni di fondi europei per i 147 sportelli che aiuteranno i disoccupati. La sentenza, che ha approvato le graduatorie degli enti, rilevava che "non si evincono dai bandi e dai decreti i criteri di quantificazione degli importi finanziati e del numero di sportelli ammessi". Adesso la cifra è chiara. Si tratta di 290 mila euro per ciascuno dei 252 sportelli previsti. Secondo i sindacati, gran parte dell'importo sarà impiegato per pagare gli stipendi dei dipendenti. Solo una cifra marginale coprirà le spese di manutenzione e gestione dei locali.



La novità più importante riguarderà sia l'ente che i dipendenti. Entrambi potranno mantenere il proprio ruolo e il proprio posto di lavoro raggiungendo alcuni obiettivi: contenere i costi e ottenere 9 mila accessi da parte degli utenti, cioè fornito un numero tale di prestazioni nell'arco di tre anni. Se così non fosse l'ente perderebbe il diritto alla riconferma e dovrà mettere in liquidazione i propri dipendenti. "Così finanziamo i servizi e non le persone. In più, si lavorerà in relazione a obiettivi da raggiungere", afferma la dirigente Alessandra Russo, che ha stesura dei nuovi decreti. Nel progetto di riorganizzazione degli sportelli, l'Agenzia per l'impiego prevede che in ogni ente operino 7,5 dipendenti. Qualora il personale non fosse impiegabile nello sportello dell'ente di appartenenza, perché supera già i 7 dipendenti, verrebbe collocato parzialmente o totalmente presso un altro ente. Qualora non fosse possibile nemmeno inserirlo in uno degli sportelli vicini nel territorio, il dipendente, rimanendo in carica nell'organismo di appartenenza, verrebbe impiegato nelle strutture di direzione, assegnate a un ente se possiede uno sportello contemporaneamente in almeno due province differenti.


Sulla funzione di queste strutture il capogruppo del Pd all'Ars, Antonello Cracolici, ha presentato un'interrogazione. "Non vorremmo che si creassero nuove strutture per trovare collocazione per il personale in esubero - afferma - ma che poi si rivelassero un'opportunità per nuove assunzioni in un nuovo assetto che consentirebbe qualche centinaio di innesti, ma in violazione degli obiettivi di contenimento della spesa". Per bloccare quest'ipotesi è stata approvata una delibera di giunta e l'assessore Leanza ha emanato una direttiva per salvaguardare il vecchio personale. Nelle strutture di direzione verranno collocati 7 dipendenti se un ente ha più di 40 unità in carica; se sono più di 80, invece, potranno lavorarvi 10 persone. "Così si favoriscono solo gli enti che hanno operato finora al di fuori dei parametri che oggi sono considerati funzionali di 7,5 unità avendone avute in carico di più di quelle necessarie", ribadisce Cracolici. Ma in questo modo, secondo le valutazioni dell'assessorato al Lavoro, dovrebbero essere collocati tutti i circa 1.850 lavoratori del settore, evitando ulteriori esuberi.

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