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Lombardo quater, Miccichè dice "no" al rimpasto

Il sottosegretario non vede di buon occhio l'idea del governatore di riformare l'esecutivo rafforzando il rapporto con il Pd e dando vita ad un gruppo di soli tecnici

PALERMO. Gianfranco Miccichè fa recapitare un altro no a Lombardo sull’ipotesi di rimpasto. Nel giorno in cui lo scontro fra finiani ed ex An rimasti con Berlusconi prende definitivamente forma anche a Palermo con gli uomini rimasti nel Pdl che annunciano una convention per rispondere al nuovo partito del presidente della Camera.
È stato l’assessore alle Risorse Agricole, Titti Bufardeci, a suggerire a Lombardo di «stoppare il dibattito sul rimpasto e concentrarsi sulle emergenze, a cominciare dalla necessità di accelerare la spesa dei fondi europei». Secondo Bufardeci, uno dei fedelissimi di Miccichè, «qualsiasi nuovo programma non può non partire dalla soluzione dei problemi che stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura». È noto il no di Miccichè al rimpasto, soprattutto perchè Lombardo prevede di farlo rafforzando il rapporto col Pd (o suoi pezzi) e dando vita a un esecutivo composto da soli tecnici.
E non è un caso se ieri un altro dei fedelissimi di Miccichè, il deputato all’Ars Franco Mineo, abbia ribadito che «il Pd ha perso le elezioni e se entrasse in giunta assisteremmo a un vero e proprio assassinio delle più elementari regole della democrazia. Noi certamente non saremo complici di tutto ciò». È la fotografia del bivio a cui è giunto Lombardo, o rafforzare l’alleanza col Pdl o puntare tutto su un centrosinistra che veda insieme Mpa, Pd e forse l’Udc, come ha proposto il leader del Pd Giuseppe Lupo. Una proposta però bocciata sia dall’Udc che da Mpa, Idv e sinistra estrema.
In casa Mpa tra l’altro sono state lette con grande attenzione le parole con cui Miccichè ha pubblicamente difeso Schifani (eterno rivale del Pdl ufficiale) dalle accuse pubblicate dall’Espresso, secondo cui sarebbe stato il ponte fra i Graviano e Berlusconi (ne leggete in altra pagina del giornale). Miccichè ha ricordato come «Schifani è stato fra quanti mi hanno coadiuvato nella fondazione di Forza Italia in Sicilia». Una difesa impensabile fino a qualche mese fa che viene letta come un’apertura al Pdl ufficiale.
Intanto gli ex finiani rimasti fedeli a Berlusconi si riuniranno la prossima settimana a Palermo per rilanciare la loro azione sul territorio. L’iniziativa parte dal deputato all’Ars Salvino Caputo, dall’assessore comunale di Palermo alla Cultura Giampiero Cannella e dal senatore Antonio Battaglia. Convocati anche Raoul Russo, i consiglieri provinciali Mario Di Vita e Vincenzo Di Trapani, l’assessore Dario Falzone e vari sindaci del territorio: Iannazzo (Corleone), Di Matteo (Monreale), Di Chiara (Villabate), Cannizzaro (Mezzojuso) e Cutaia (Campofelice di Fitalia). Il tutto su spinta di Maurizio Gasparri. «Vogliamo serrare le fila - ha detto Caputo - e rispondere alla nascita dei circoli finiani di Generazione Italia». Ma gli ex An chiederanno anche ai vertici del Pdl una accelerazione nella nomina dei coordinatori provinciali e cittadini.

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