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Regione, tirocini in azienda: graduatorie attese da oltre un anno

In 25 mila hanno presentato le domande per partecipare ai progetti "Open" e "Relas" ma ancora attendono di sapere da Lavoro-Sicilia chi sarà selezionato

PALERMO. In 25 mila hanno presentato le domande per partecipare a tirocini in azienda o nella pubblica amministrazione. Ma dopo oltre un anno attendono di sapere da «Lavoro-Sicilia» (prima chiamata Italia lavoro Sicilia), che è una società partecipata dalla Regione, chi di loro sarà selezionato. Per loro, però, brutte notizie: i fondi sono stati trasferiti «altrove» dall’assessorato al Lavoro, mentre in un altro caso mancherebbe la commissione che dovrà giudicare le istanze e formulare la graduatoria.
L’attesa riguarda in particolare i bandi di due iniziative. La prima, tra le più attese, era il progetto «Open», destinato a ex detenuti e disoccupati, che metteva a disposizione circa 500 euro al mese per tirocini in aziende per la durata di un anno. Sarebbero stati un migliaio coloro che avrebbero potuto accedere, a fronte di circa 20 mila istanze di partecipazione. Ma l’avviso fu ritenuto «poco pubblicizzato» e fu criticato aspramente da più parti, tanto che venne sospeso in seguito a una mozione del Pd votata all'Ars. Furono giorni di tensione e il presidente di Italia lavoro Sicilia, Pietro Rao, ricevette pure una macabra minaccia di morte. Poi arrivò anche la bocciatura del progetto da parte dell'Unione Europea, che evidenziò l'impossibilità di utilizzare una società, in cui la Regione non ha l'intero pacchetto di quote, per gestire progetti «in house» dell'amministrazione. I fondi previsti per questo progetto, intanto, sono stati trasferiti altrove: come afferma Rao, i 10 milioni sono stati utilizzati per aumentare la dotazione finanziaria dei progetti per l'inclusione sociale o per il contrasto delle povertà, promossi dall’assessore al Lavoro, Lino Leanza. Lo «spostamento» della cifra è confermata anche dal dirigente del dipartimento delle Politiche sociali, Letizia Di Liberti.
L’altra iniziativa era denominata «Relas» e metteva a disposizione una settantina di incarichi a tempo, presso l’assessorato al Lavoro, destinati a diplomati e laureati e pagati un migliaio di euro al mese. In questo caso, a «Lavoro-Sicilia» sono state presentate circa 5 mila domande. Questo bando non è stato sospeso. Annullarlo, sostenne Leanza, avrebbe comportato la restituzione di circa 2,5 milioni al ministero del Lavoro. Ma i 5 mila che hanno presentati la richiesta per partecipare al progetto sono ancora in attesa. Sarebbe necessaria, sostiene Rao, la nomina di una commissione e l'istituzione di un comitato tecnico scientifico per esaminare le domande e stilare le graduatorie. «Noi abbiamo già compiuto il lavoro che ci spettava, che consisteva nella catalogazione e nella digitalizzazione delle domande», spiega Rao. Adesso la palla passerebbe all'assessorato. Ma dagli uffici del dipartimento del Lavoro replicano che «non risulta di dover nominare alcuna commissione». E in questo botta e risposta, anche per i 5 mila aspiranti contrattisti si profila una lunga attesa. «Questi progetti servono solo a infoltire le file del precariato» tuona Pino Apprendi, deputato del Pd.

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