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Cracolici: con Lombardo solo se rompe con Berlusconi

Il numero uno del Pd all’Ars: "Non c'è nessuna prospettiva nell'Isola di un'alleanza tra noi e chi si richiama al premier"

PALERMO. Il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, parla della situazione politica regionale nell’intervista a Giuseppe Rizzuto per Tgs. Ecco il testo.

Ci sono le condizioni per un patto di legislatura con Lombardo?
«I problemi non sono i patti, ma l'asse politico del futuro. Noi pensiamo che non c'è nessuna prospettiva nell'Isola di un'alleanza tra noi e chi si richiama a Berlusconi. Se Lombardo rompe con Berlusconi siamo pronti a un'alleanza per le riforme da proporre anche al momento delle elezioni».

Tre cose importanti da fare in Sicilia?
«La prima è liberare i siciliani da questa Regione, che si occupa di tutto: dal buono scuola alla questione degli spettacoli in piazza».

Una Regione leggera...
«Esatto, si può fare partendo da un ulteriore decentramento degli "enti intermedi inutili". Bisogna abolire le province, luoghi istituzionali che oggi non servono più. Altra priorità è la riforma dell'integrazione socio-assistenziale e socio-sanitaria».

Lei non esclude, però, che questo si possa fare con Lombardo.
«Lombardo è il presidente della Regione eletto dai siciliani e quindi un interlocutore. Noi in questi mesi abbiamo sostenuto in aula un pacchetto di riforme consentendo a Lombardo, che non ha e non aveva una maggioranza parlamentare, di andare avanti. Oggi credo, però, che i nodi siano venuti al pettine. Lombardo deve dire se vuole guardare al passato, immaginando alleanze in una sorta di cimitero di elefanti, qual è il centrodestra, o guardare al futuro. Se vuole guardare al futuro il Pd è pronto a dialogare, a sedersi attorno a un tavolo per definire un pacchetto di cose utili per la Sicilia. Quando sarà il tempo di andare alle elezioni potremo farlo con un'alleanza sperimentata prima al governo della Regione e anche dopo. Non escludiamo nemmeno che, se non ci sono le condizioni politiche oggi per una maggioranza, Lombardo dia vita a un governo tecnico. In questo caso valuteremo se si può fare un’intesa su alcune cose da realizzare in Sicilia».

Non tutti sono d'accordo con questa strategia. Ignazio Marino dice che sarebbe un suicidio politico.
«Io ho rispetto per Marino ma lui dovrebbe rispettare il Pd siciliano, che ha deciso la linea politica che sto sintetizzando con una stragrande maggioranza, se non all'unanimità. I nostri elettori credo abbiano chiaro che oggi c'è bisogno di mandare a casa Berlusconi e i suoi seguaci. In Sicilia si è già fatto con i lealisti».

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