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Regione, Lombardo: "Pdl Sicilia diviso in tre"

Il governatore considera chiuso l'accordo con Udc. Su Miccichè dice: "Non si capisce dove vuole andare"

PALERMO. Raffaele Lombardo dà per chiuso l’accordo con Casini e l’Udc. Saverio Romano, segretario dei centristi siciliani, smentisce. E in questo gioco al rilancio è trascorsa un’altra giornata di transizione in vista del rimpasto.
Attraverso il suo blog e vari siti, Lombardo ha tratteggiato lo scenario verso cui si muove, in collegamento con ciò che sta avvenendo a Roma. Il governatore ha detto che «l’alleanza con Casini è strategica tanto a livello nazionale che regionale. Non posso escludere che nella mente di qualcuno si voglia tentare la strada delle elezioni anticipate. In quel caso potrebbe anche configurarsi l’ipotesi di un governo di interesse generale al quale noi (inteso come Mpa, ndr) saremmo interessati». Sarebbe l’attuazione di quella proposta di Casini che Romano ha rilancito per la Regione.
Il segretario regionale dell’Udc ieri ha provato a chiudere la porta: «Non c’è alcuna trattativa». Lo stesso Romano ha però ricordato che a Lombardo «sono state ribadite delle questioni politiche e ora ci attendiamo delle risposte». Il tema è sempre quello di un governo di larghe intese che conduca alle elezioni anticipate per Palazzo d’Orleans: scenario che permetterebbe ai centristi di entrare in giunta senza rompere il patto di ferro col Pdl ufficiale. Anche se, per gli uomini dell’Mpa, il fatto che Lombardo abbia proposto solo la nomina di assessori tecnici potrebbe aver raffreddato gli entusiasmi dell’Udc.
Oggi a Roma il governatore riunirà l’Mpa e illustrerà la strategia, che potrebbe riguardare l’alleanza con Casini ma anche un nuovo rapporto con Berlusconi. Se davvero ci fosse la scissione dai finiani a Roma, i deputati autonomisti potrebbero avere un peso specifico maggiore per il Cavaliere. E non è un caso che ancora una volta ieri il segretario del Pd, Giuseppe Lupo, abbia invitato Lombardo «a chiarire se intende continuare a sostenere Berlusconi. Scelga se davvero vuole continuare a difendere gli interessi dei siciliani per aprire una nuova stagione politica riformista con cui il Pd è pronto a confrontarsi. Prenda atto che non è possibile realizzare un programma riformista in Sicilia con chi è espressione della politica di Berlusconi». Il riferimento è all’area Miccichè.
Lo stesso Lombardo ieri ha descritto in modo diverso Miccichè e i suoi alleati: «Non si capisce bene dove vuole andare. In Sicilia parla di interessi regionali e a Roma fa solo quello che gli dice Berlusconi. Se si fossero anticipati i tempi del partito del Sud, tutto sarebbe diverso». Le ultime uscite del leader del Pdl dei ribelli hanno lasciato interdetto il governatore. L’alleanza fra i due non è in discussione ma Lombardo ha tradito ieri una sensazione di cui si parla da tempo. Che il Pdl Sicilia si stia dividendo in tre anime: «Le altre anime, quelle riferibili a Dore Misuraca e ai finiani, mi sembrano su posizioni diverse da Miccichè». Il gruppo dei ribelli si è diviso: 4 deputati stanno con Misuraca, 6 con Miccichè e 5 con i finiani.
E proprio il leader regionale dei finiani, Pippo Scalia, ieri ha criticato una delle prossime mosse del governo messa a punto dall’assessore all’Economia Michele Cimino: «Non siamo d’accordo a inglobare CineSicilia in Beni culturali spa». Anche sul piano di riordino delle partecipate, si annuncia un braccio di ferro.

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