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Precari, in ventimila diretti a Palermo

Partirà alle 9.30 il mega corteo da piazza Marina. Bus e treni provenienti da tutta la Sicilia per la protesta dei sindacati autonomi, con numeri da record

PALERMO. Bus e treni da tutta la Sicilia per una manifestazione di protesta che, secondo i sindacati autonomi dei precari degli enti locali, avrà numeri record. Ma sulla scelta di andare in piazza le sigle si sono spaccate politicamente e i confederali hanno annunciato una contromanifestazione per il 3 giugno accusando gli autonomi di prestarsi a strumentalizzazioni. Il primo appuntamento è per oggi alle 9,30 in piazza Marina a Palermo. Da lì il corteo si muoverà su corso Vittorio Emanuele e poi verso Palazzo d’Orleans. A guidare la protesta è il Movimento giovani lavoratori, guidato da Massimo Bontempo: «Se la settimana scorsa eravamo in 5 mila con 55 bus e vari treni, questa volta potremo arrivare a molto di più. Chiediamo il coinvolgimento anche degli amministratori locali perchè a fine maggio scadranno i primi contratti e non c’è possibilità di rinnovarli se non la Regione non ottiene dallo Stato una deroga al patto di stabilità per sè e per i Comuni e le Province». L’Mgl è una sigla nata da alcuni anni e che raggruppa solo i precari (ex Lsu e articolo 23) in servizio negli enti locali: sono un bacino complessivo di circa 22.500 persone.  Ma Cgil, Cisl e Uil non sono convinte da questa protesta, vista come un assist al governo regionale che sta spostando le responsabilità su Roma: il rischio sarebbe quello di accendere micce difficilmente controllabili distogliendo l’attenzione dalla trattativa politica. Per questo motivo lunedì la Cisl regionale ha annunciato per stamani un vertice con Uil e Cgil nel quale sarà deciso di scendere in piazza giovedì 3 giugno. Anche in questo caso Ivan Ciriminna della segreteria regionale confederale e Angelo Fullone, numero uno della Funzione pubblica (Fp) della Cisl, chiamano a raccolta «precari, sindaci e consiglieri comunali, presidenti di provincia, forze politiche e singoli parlamentari».  Anche secondo i confederali la situazione «impone che il governo regionale ottenga dall'esecutivo nazionale, in tempo reale, la deroga al patto di stabilità». Ma per Maurizio Bernava «serve un piano programmatico che punti ad aumentare l'efficienza e la produttività delle pubbliche amministrazioni nell'Isola, attraverso la razionalizzazione della spesa e la valorizzazione delle risorse umane». Insomma, non più solo una deroga ma un piano di stabilizzazione che tenga conto dei costi: questo chiedono i confederali. E infatti per Antonio Ferro della Uil «la situazione è gravissima e la Regione deve assumersi le sue responsabilità. Le organizzazioni sindacali faranno tutte le verifiche per capire il reale impatto delle leggi nazionali ma non intendiamo subire il solito gioco dello scaricabarile. Abbiamo già visto in Finanziaria un po’ di approssimazione nel trattare questi problemi. Adesso la Regione apra un confronto serio. Poi tutti facciano la propria parte senza furbizie». E anche per Pippo Di Natale e Michele Palazzotto della Cgil, «tocca al governo nazionale riconoscere una specificità siciliana. Contemporaneamente però in Sicilia occorre adottare comportamenti coerenti, a partire dal blocco di ulteriori ingressi nel bacino del precariato. La Cgil farà la sua parte ma chiede alla politica coerenza e trasparenza». Il segretario del sindacato Alba, Francesco Taormina, ha chiesto di inserire nella trattativa con lo Stato la stabilizzazione dei 6.500 «ex 331», che in alcuni casi ricevono un sissidio senza avere un posto di lavoro.

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