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Siracusa, la rivoluzione del traffico di Visentin

Il sindaco annuncia il nuovo piano della mobilità: «Previsto un nuovo parcheggio ed interventi per potenziare i trasporti». I cassoni di cemento alla Marina? “Saranno spostati prima dell’estate”

SIRACUSA. «Tanto lavoro quotidiano» per combattere classifiche negative e i dati sulla disoccupazione. «Cerchiamo di creare le occasioni di sviluppo per invertire questa tendenza, ma con la riduzione degli investimenti pubblici e il patto di stabilità, i Comuni possono fare poca cosa. Stiamo facendo la nostra parte anche per ridurre il precariato con i contratti di diritto privato. Contiamo di stabilizzarli quando sarà possibile, assieme agli altri ex lavoratori socialmente utili, in tutto sono più di trecento, e di garantire continuità lavorativa a quanti sono occupati nei servizi esternalizzati. La crisi è globale per questo stiamo cercando di non aumentare i costi a carico dei cittadini».
A quasi due anni dal suo insediamento a palazzo Vermexio il sindaco Roberto Visentin annuncia una sorta di rivoluzione con l’approvazione del piano della mobilità, che prevede anche un parcheggio multipiano, si prepara ad appaltare il completamento del restauro dello storico Teatro comunale ma difende a spada tratta dalla tante critiche la sua giunta. Costretta ad operare per migliorare la città, spiega l'ingegnere, con entrate ”limitate” e un bilancio ”ingessato”.

Un’impresa difficile?
«Stiamo lavorando. Abbiamo fatto molte cose che ci eravamo preposti. La sistemazione dell'ingresso del Teatro greco con l'eliminazione delle bancarelle, lo spostamento della fiera di via Algeri, gli espropri e la sistemazione di via Puglia e la nuova strada parallela a riviera Dionisio il Grande, sono opere importanti, anche se non eclatanti, che segnano però la riqualificazione di piccoli pezzi della città. E poi c'è stato il ”G 8 Ambiente”, sono stati realizzati interventi per 6 milioni di euro e in pochi mesi abbiamo cambiato il volto del centro storico, di via Elorina e via Columba. Una grande vetrina mondiale ed una sfida vinta per la città che è stata dichiarata patrimonio dell'umanità».
Puntate sul centro storico di Ortigia, ma ai turisti che si affacciano sulla Marina per ora viene offerto solo un grande muro di cemento.
«Non appena otterremo il dissequestro verranno spostati. Spero di togliere i cassoni di cemento prima dell’inizio dell’estate, sistemandoli solo in una parte della banchina e liberando il fronte del mare. Attendiamo l’esito della perizia per capire se potranno essere utilizzati o meno, altrimenti dovranno essere demoliti».
Ma su Ortigia incombe anche il problema delle auto.
«Sono ottomila le auto che entrano ogni giorno in Ortigia contro poco più di mille residenti. Abbiamo raggiunto un punto di equilibrio con la zona a traffico limitato ma la realizzazione del parcheggio Talete è stata una scelta scellerata perché costringe a fare entrare le auto per forza nel centro storico. L’obiettivo deve essere quello di fare entrare meno mezzi possibili, per questo abbiamo predisposto un bando per la sosta controllata con l’intento di migliorare i servizi e le navette con i proventi dei parcheggi a pagamento».
Alcuni comitati sostengono che si tratta di una tassa per il centro storico.
«No, non c’è alcuna tassa per i residenti. È stato ipotizzato un abbonamento annuale per tutte le strisce blu a 50 euro ma è una proposta che può essere rivista. Quello che conta è che c’è uno strumento di programmazione che prevede oltre duemila stalli per la sosta a pagamento, ma anche i servizi di ”bike e car sharing”, i collegamenti via mare , e il potenziamento delle Pronto il piano della mobilità: «Prevede un nuovo parcheggio ed interventi per migliorare i trasporti». I cassoni di cemento alla Marina verranno spostati prima dell’estate navette con partenze pure dalla stazione ogni 5 minuti, che può aiutare ad evitare di congestionare di auto il centro storico. Ortigia è un patrimonio unico che va difeso e valorizzato. Prima, certo, bisogna cambiare la mentalità dei cittadini ed affermare il principio che dobbiamo tutelare il nostro centro storico. È un fatto culturale».
Servirebbero anche più servizi, a partire proprio dai parcheggi.
«Per dare altri servizi e costruire nuovi parcheggi ci vogliono i fondi. Solo per le navette del centro storico il Comune spende 500 mila euro, somme che con il nuovo bando contiamo di poter risparmiare. Quello della mobilità è un problema complesso, per questo abbiamo atteso un anno la realizzazione del piano che ci permetterà di intervenire con il supporto dei dati e sulla base delle esigenze del territorio. È uno strumento importante, che prevede anche un parcheggio multipiano scambiatore per migliorare la situazione ma si tratta di un progetto che richiede anche notevoli risorse».
Nemmeno i trasporti pubblici sono di aiuto, gli utenti lamentano che i bus sono pochi e sempre in ritardo.
«Non ho la sensazione che i mezzi pubblici funzionino peggio. La convenzione tra Regione, Ast e Comune stabilisce un milione 300 mila chilometri l'anno ed entro questo limite viene effettuato il servizio pubblico. Le carenze ci sono e più volte abbiamo diffidato l'Ast ma è anche vero che noi paghiamo una espansione indiscriminata della città che si è sviluppata a partire dagli Anni Sessanta a macchia di leopardo, anche nelle zone balneari e nelle contrade, occupando spazi che possono accogliere 500 mila abitanti. Per avere trasporti pubblici adeguati al territorio, perchè dobbiamo collegare Belvedere, Cassibile ma anche Tivoli alla città, avremmo bisogno di un altro milione di chilometri ma servirebbe anche una spesa di 800 mila euro in più che non possiamo permetterci».
Pensate a soluzioni diverse per il servizio?
 «Lo abbiamo ipotizzato ma dobbiamo anche razionalizzare le spese, altrimenti dobbiamo aumentare le tasse. È chiaro che l’Ast deve migliorare il servizio e deve garantire autobus puliti ed efficienti, allo stesso tempo però serve anche una predisposizione ad utilizzare di più gli autobus ed a pagare il biglietto».
Le classifiche sulla qualità della vita, proprio sui trasporti ma anche per inquinamento, relegano la città agli ultimi posti.
«I dati sull'inquinamento non dipendono solo dal traffico o da scelte che può operare l'amministrazione. I superamenti dei limiti delle polvere sottili sono innegabili, ma le cause sono molteplici ed in più incide anche l'ubicazione sbagliata della stazione di rilevamento di viale Teracati. Se il problema fosse limitato alle auto ed ai gas di scarico l'avremmo già risolto, ma non è così. Per questo è stato previsto uno studio sulla presenza delle polveri sottili per capire come dobbiamo o possiamo intervenire».
Resta aperto anche il problema dei rifiuti, la differenziata, nonostante molti annunci, non riesce a decollare.
«Attualmente il servizio è affidato in regime di proroga all’Igm, su un contratto vecchio di sei anni, e pesa sul bilancio comunale per 8 milioni di euro all’anno. La differenziata non decolla perchè spesso gli elementi che finiscono nei cassonetti non risultano puri. Nonostante questo siamo arrivati quasi al 10 per cento, che non è poco rispetto agli altri centri della Sicilia. Se si vuole fare funzionare davvero la raccolta differenziata deve essere fatta porta a porta ma sono necessarie più risorse e maggiore manodopera. Abbiamo presentato un progetto per 3 milioni di euro e contiamo, con il Conai, di farlo partire gradualmente per zone, iniziando da Ortigia e dalla Pizzuta. Si tratta di 30 mila abitanti e si può arrivare al 20 per cento. Per funzionare a dovere bisogna chiedere la collaborazione di tutti i cittadini. Io voglio togliere i cassonetti per strada, lo abbiamo fatto in Ortigia, dove la raccolta viene fatta sei volte al giorno porta a porta, con un costo di 600 mila euro, ma per migliorare il servizio, in attesa della nuova gara di appalto, non possiamo gravare sulla tassazione, già ai limiti, occorre più collaborazione dalla gente».
Sembra un rimprovero.
«È un dato di civiltà. Questa era una città dove i manifesti si attaccavano dappertutto. È stato definito finalmente il regolamento sulla pubblicità, così abbiamo ripulito la città dagli annunci mortuari e sono stati rimossi 127 impianti pubblicitari 6 metri per 3, tutti abusivi. Piano piano stiamo riportando legalità. Piccole cose come l’assegnazione di alloggi, che erano stati occupati abusivamente, a 12 famiglie che vivevano nelle roulotte. Ora sono nelle case. E tutto questo viene fatto senza soldi».
Per problemi di fondi i due corsi di laurea in Beni culturali sono stati chiusi e si sta rischiando di perdere anche l’Università?

«È la Provincia che non ha versato i canoni, nella convenzione per la Facoltà di Architettura il Comune ha l’impegno di mettere a disposizione gli immobili e lo abbiamo mantenuto. Paghiamo comunque anche noi il fallimento del decentramento universitario in Italia. La facoltà di Architettura comunque va difesa e potenziata, dando serie prospettive e creando opportunità di lavoro per gli studenti. E poi bisogna lavorare per il quarto polo, è una strada lunga e difficile che abbiamo avviato con Ragusa ed Enna che deve essere concretizzata. Le risorse mettendo insieme i fondi regionali e quelli destinati ai consorzi e alla ”Kore” potrebbero essere anche sufficienti ma bisogna battersi per avere delle facoltà complementari che siano competitive dal punto di vista dell’offerta formativa. Una Università serve solo se dà prospettive e diventa un progetto duraturo».
Quale potrebbe essere il fiore all’occhiello della sua esperienza alla guida della giunta di Palazzo Vermexio?
«Completare le incompiute, su tutte restituire alla città ed aprire il teatro comunale. L’appalto prevede di definire l’ultima fase del restauro in venti mesi, manca ancora un milione e mezzo per gli impianti scenici, ma è una cifra irrisoria rispetto a quanto si è atteso per poter chiudere una vicenda che dura da oltre 50 anni».

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