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Il rientro di Berlusconi a Roma: "Leggi ad personam? Mi indigno"

Il premier torna a Palazzo Grazioli a un mese dall'aggressione e parla anche della riforma fiscale: "Bisogna ammodernarsi, ma serve la volontà di tutti"

Roma. "Non voglio più parlare di queste cose, sono leggi 'ad libertatem' e mi indigno soltanto quando sento queste cose, e io non voglio indignarmi". Così il premier Silvio Berlusconi, al suo rientro a Palazzo Grazioli, ha risposto ad un cronista che gli chiedeva un commento alle parole del leader del Pd, Pierluigi Bersani, che chiede al centrodestra di non fare leggi 'ad personam' in materia di giustizia.
Sorridente e disteso, Berlusconi rientra nella capitale a un mese dall'aggressione di piazza Duomo e scherza sull'incidente: "I souvenir hanno perso di valore e te li tirano dietro... Avete visto che ho pochissimi segni - mostra il viso ai giovani del Pdl che lo accolgono in piazza Grazioli - purtroppo dovrò fare un impianto per un dente. Ma avete visto: ho un segnetto appena qua, uno qua, ma ho fatto dei muscoli fortissimi".
"Fini? Per me non ci sono problemi. Abbiamo tanti anni di collaborazione leale alle spalle e io non ho mai avuto dubbi al riguardo".
Sulla riforma fiscale, invece, c'é piena sintonia con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e l'auspicio è anche che l'opposizione possa collaborare ad un "ammodernamento" del Paese che è "indispensabile". "Adesso pensiamo a fare le cose di cui c'é bisogno come le riforme a cui ho lavorato e a cui stiamo lavorando", ha detto il presidente del Consiglio. "Ho lavorato molto alla riforma fiscale e abbiamo delle idee molto buone e credo sia indispensabile ammodernare il paese - ha aggiunto - e quindi su questo credo che valga la pena di impegnarsi tutti". Anche con Tremonti? "Sì, sì, assolutamente, ho lavorato con lui e speriamo che anche l'opposizione su questo possa con noi convenire che si tratta di una cosa indispensabile".

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