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Disabili, la psicologa: «Senza continuità ogni cura è vana»

Parla Giovanna Virga, dirigente regionale dell’Unione italiana ciechi: «Nelle famiglie lasciate sole, le difficoltà diventano drammi»

Dopo appena un mese dall’avvio dell’anno scolastico, in cinque province siciliane su nove - compresa quella del capoluogo - i giovani studenti disabili, soprattutto non vedenti, audiolesi e pluriminorati ad oggi non possono frequentare le attività extrascolastiche e le terapie riabilitative nei centri specializzati, diurni e in regime di semiconvitto.

In quasi tutta l’Isola, quindi, i ragazzi diversamente abili resteranno esclusi da tutte quelle attività pomeridiane che, oltre al supporto scolastico, servono a favorire gradualmente la loro autonomia e integrazione nella società. «Perchè un ragazzo o un bambino cieco ha bisogno di un tempo più lungo per apprendere o per essere autonomo e riuscire a svolgere tutte quelle azioni quotidiane che a chi è vedente sembrano normali, scontate e veloci». A spiegarlo è Giovanna Virga, psicologa all’Istituto dei ciechi Florio e Salomone di Palermo e dirigente regionale dell’Unione italiana ciechi.

Anche lei è non vedente dalla nascita, ma questa caratteristica, che ancora oggi è definita handicap da chi non la vive, per lei è stato un punto di forza: una sfida contro le difficoltà. «Se si crede in qualcosa e si è fiduciosi, le strategie per risolvere i problemi si trovano».

E lei, classe 1970, di problemi e di ostacoli nel corso della sua vita ne ha trovati tanti. Piuttosto che abbattersi, però, «ho deciso di superarli - racconta - e anche per questo ho voluto fare la psicologa, per aiutare con il mio lavoro gli altri. Allo stesso modo, ho deciso di impegnarmi nella battaglia verso il riconoscimento di quei diritti troppe volte lesi. Non solo per i disabili, ma anche per le famiglie, lasciate sole a combattere difficoltà che, senza aiuto, diventano drammi».

Dottoressa Virga, ogni anno un problema che si ripete: servizi extrascolastici fermi perchè mancano i fondi. Si sta verificando a Palermo, ma anche in altre città siciliane. A cosa devono rinunciare i bambini e i ragazzi disabili?

«Quelle dei centri specializzati per disabili sensoriali, come i ciechi, i sordi o i pluriminorati, cioè che hanno più disabilità, non solo sensoriali ma anche fisiche, sono attività fondamentali. Noi diciamo che sono occasioni di crescita per i bambini e per i ragazzi. Non si tratta solo di supporto didattico e di doposcuola, piuttosto è qui che imparano a diventare grandi e ad essere autonomi, rispettando i loro tempi e le loro necessità».

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