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Scarcerato per fine pena ex questore D'Antone

ROMA. E' tornato in libertà per fine espiazione pena l'ex questore Ignazio D'Antone, 72 anni. Ha lasciato ieri il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, dove era detenuto per scontare 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa. Lo si apprende dal suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera, che ha sottolineato come il suo assistito si sia dichiarato e continui a proclamarsi innocente e estraneo alle accuse contestategli.
La sentenza di condanna è stata emessa dal Tribunale di Palermo il 22 giugno 2001, e poi confermata dalla Corte d'appello del capoluogo siciliano il 30 gennaio del 2003. La sentenza è diventata definitiva il 26 maggio del 2004 dopo la decisione della Corte di Cassazione, e l'indomani è stato arrestato a Roma e condotto in carcere. D'Antone, che aveva anche ricoperto l'incarico di capo della squadra mobile di Palermo, secondo l'accusa avrebbe favorito con il suo comportamento le cosche e avrebbe protetto alcuni boss mafiosi.
Il funzionario è accusato di avere "favorito la latitanza di numerosi soggetti di primissimo piano nell'organigramma mafioso come Pietro Vernengo, Carlo Castronovo, Lorenzo e Gaetano Tinnirello, Vincenzo Spadaro e Vincenzo Buccafusca".
Secondo l'accusa, avrebbe manifestato, a partire dal 1983, la "propria collusione anche frenando lo slancio investigativo dei propri colleghi, rendendo vani gli sforzi investigativi dei suoi collaboratori, intervenendo per vanificare operazioni volte alla cattura di latitanti".
Ignazio D'Antone, catanese, nominato capo della squadra mobile di Palermo dopo l'uccisione di Boris Giuliano, ha diretto la Criminalpol, ha prestato servizio nell'ufficio dell'Alto Commissariato antimafia e infine è stato chiamato al Sisde.
La fine pena, prevista per il 3 dicembre prossimo, è stata anticipata tenuto conto che il detenuto ha ottenuto dei benefici per buona condotta.

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