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Iran, gli universitari abbattono la parete divisoria tra maschi e femmine

Ancora proteste tra i giovani in Iran: gli universitari hanno abbattuto la parete divisoria tra maschi e femmine nella sala mensa di un ateneo nella provincia di Hormozgan, nel sud del Paese. E mentre sono proseguiti oggi, tra scontri sempre più duri e repressione poliziesca, i raduni e le proteste degli studenti universitari iniziati dopo la morte di Mahsa Amini in tutto il Paese. si è intensificata la repressione da parte delle forze di sicurezza, in divisa e in borghese, dopo l’avvertimento di ieri rivolto ai manifestanti dal comandante delle Guardie Rivoluzionarie Hossein Salami che aveva diffidato dallo scendere di nuovo in strada.
Gli studenti di diverse città iraniane, tra cui Teheran, Shiraz, Babol, Eslamshahr, Sari, Arak, Qazvin, Mashhad, Parand, Hamedan, Khorramabad, Ahvaz, Zanjan e Sanandaj hanno comunque promosso nuove iniziative di protesta, durante le quali sono stati scanditi slogan contro la corruzione e la repressione, che ha visto tra le vittime anche diversi bambini. Ai pasdaran è stata poi lanciata l’accusa di essere dietro al recente attacco armato al mausoleo di Shahcheragh a Shiraz, ritenuto collegato all’Isis.
In alcuni video postati sui social media, si vedono le forze di sicurezza e in borghese sparare agli studenti con armi da fuoco, fucili a pallini e gas lacrimogeni, anche alla Shomal University di Teheran.
A molti studenti è stato vietato l’ingresso negli atenei e nei dormitori. La scorsa notte, alcuni studenti erano stati aggrediti nei loro dormitori durante la notte con gas lacrimogeni e spari. Non ci sono rapporti sul numero di vittime o arresti.

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