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Vaiolo delle scimmie, l'Oms valuta l'ipotesi di elevarlo a emergenza sanitaria

Salgono le segnalazioni dei casi di vaiolo delle scimmie e sono ora 12 i paesi che contano in tutto 92 casi confermati e 28 sospetti, tutti in aree dove la malattia non è endemica. I casi riguardano Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Finora non sono stati stabiliti collegamenti di viaggio con le aree dove la malattia è endemica.

«Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, i casi sono stati identificati principalmente, ma non esclusivamente, tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini» scrive l’Oms. La situazione «si sta evolvendo», la malattia potrebbe essere elevata a emergenza sanitatia e la previsione è che «ci saranno più casi di vaiolo delle scimmie identificati man mano che la sorveglianza si espande nei paesi non endemici». Gli Stati Uniti intanto sono già al lavoro per capire quale vaccino possa essere utilizzato contro questa malattia, ha detto il presidente americano Joe Biden nel corso di una missione in Asia. «Tutti dobbiamo essere preoccupati», ha detto ancora il capo della Casa Bianca sottolineando che i contagi «potrebbero continuare ad espandarsi». Ora le azioni immediate, spiega l’Organizzazione mondiale della Sanità in una nota, «si concentrano sull’informare coloro che potrebbero essere più a rischio di infezione al fine di fermare un’ulteriore diffusione. Le attuali prove disponibili suggeriscono che coloro che sono più a rischio sono coloro che hanno avuto uno stretto contatto fisico con qualcuno con il vaiolo delle scimmie, mentre sono sintomatici».

L’Oms sta lavorando anche per fornire una guida per proteggere dal contagio gli operatori sanitari in prima linea e altri operatori sanitari che potrebbero essere a rischio, come gli addetti alle pulizie. L’obiettivo è quello di riuscire a fornire raccomandazioni tecniche già nei prossimi giorni. I paesi endemici del vaiolo delle scimmie, riferisce sempre l’Oms, sono: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana (identificato solo negli animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo e Sierra Leone. Benin e Sud Sudan hanno documentato le importazioni in passato. I paesi dell’Africa centrale che attualmente segnalano casi sono il Camerun e la Nigeria. Il virus viene trasmesso da una persona all’altra per stretto contatto con lesioni, fluidi corporei, goccioline respiratorie e materiali contaminati come lettiere. Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. Varie specie animali sono state identificate come suscettibili al virus del vaiolo delle scimmie.

Rimane incertezza sulla storia naturale del virus del vaiolo delle scimmie e l’Oms ricorda che sono necessari ulteriori studi. Il consumo di carne e altri prodotti animali di animali infetti non adeguatamente cucinati è considerato un possibile fattore di rischio. Il vaiolo delle scimmie è solitamente «autolimitante», cioè non evolve in modo grave, ma lo puòessere in alcuni individui, come bambini, donne in gravidanza o persone immunodepresse. Le infezioni umane in Africa occidentale sembrano causare malattie meno gravi rispetto al bacino del Congo, con un tasso di mortalità del 3,6% rispetto al 10,6% in Congo.

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