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Il Papa: la corsa del Marocco per salvare Rayan ci mostra i santi della porta accanto

Grazie al popolo del Marocco, che si è stretto attorno a Rayan e alla sua famiglia in queste giornate frenetiche per salvare la vita del bambino d icinque anni caduto in un pozzo. Quel popolo, dice Francesco, ci mostra cosa siano i santi della porta accanto. E cita, il Pontefice, tra le «testimonianze che ci fanno bene», anche il paese del Monferrato che ha agito all’unisono per riportare a casa un giovane immigrato ghanese che, malato di cancro, aveva come unico desiderio quello di morire tra le braccia del padre. «Siamo abituati a leggere sui media tante cose brutte, ma io vorrei oggi menzionare due cose belle: una è dal Marocco, dove tutto un popolo si è stretto per salvare Rayan, lavorando per salvare un bambino», ha detto Bergoglio alla fine dell’Angelus, «Ce l’ha messa tutta. Purtroppo non c’è l’ha fatta ma oggi vedevo sul Messaggero quelle foto di un popolo che cerca di salvare un bambino. Grazie a quel popolo».

«L’altra nel Monferrato, in Italia», ha proseguito, «John, un ragazzo ghanese di 25 anni, migrante, con tutte le sofferenze che ha passato per arrivare. Alla fine si è sistemato, ha iniziato a lavorare in una azienda vinicola, e poi si è ammalato di un cancro terribile, era in fin di vita. Quando gli hanno detto la verità ha detto ‘vorrei tornare a casa ad abbracciare il mio papà prima di morirè, e quel paese del Monferrato ha fatto una raccolta e, imbottito di morfina, lo hanno messo su un aereo per morire nelle braccia del papà. Oggi, in mezzo a tante brutte notizie ci sono tanti santi della porta accanto. Grazie di queste testimonianze che ci fanno bene».

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