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Donne e diritti in Afghanistan, il 12 ottobre un G20 straordinario a Roma

Il premier Draghi annuncia il summit allargato, tra i temi anche gli aiuti dopo la presa di Kabul da parte dei talebali e l'allarme terrorismo

Il vertice G20 straordinario sull’Afghanistan si farà il 12 ottobre. Dopo settimane di preparazione, l’annuncio del premier Mario Draghi rompe gli indugi sul summit dei Grandi che punta ad affrontare la crisi scoppiata dopo la presa di Kabul da parte dei talebani. Una riunione presieduta dall’Italia che si terrà in modalità virtuale e in formato «allargato», coinvolgendo non solo Paesi Bassi e Spagna ma anche Qatar, Nazioni Unite, Banca mondiale e Fondo monetario internazionale.

«C’è stata una riunione dei ministri degli Esteri del G20 che ha già iniziato a preparare la riunione dei capi di Stato: si tratta di vedere se c’è una comunità di obiettivi fra tutti i 20 Paesi più ricchi del mondo. Prima di tutto - ha detto Draghi - c’è un’esigenza umanitaria, c’è una catastrofe umanitaria che sta per dilagare». Per questo, ha affermato il premier, «è dovere dei Paesi più ricchi del mondo evitare la catastrofe, senza la condizionalità per cui io ti do un pacco di grano se tu abiuri alle tue fedi».

L’altro tema in cima all’agenda sarà quello della sicurezza. «La seconda questione è quali passi la comunità internazionale può intraprendere per evitare che l’Afghanistan torni ad essere il nido del terrorismo internazionale. Quindi - ha proseguito Draghi - scambio di esperienze su quello che la comunità può fare per evitare il diffondersi del terrorismo internazionale in Europa ma anche nei Paesi circostanti, che sono completamente coinvolti nella crisi afghana e avranno voce in capitolo». L’appuntamento del 12 ottobre (che anticipa il G20 di Roma del 30-31 ottobre già fissato in presenza) è stato fortemente voluto dall’Italia, che ha dovuto superare più di qualche scetticismo iniziale e già nella fase preparatoria aveva posto l’accento sull’emergenza umanitaria. «Siamo il primo Paese dell’Unione europea per numero di afghani ospitati e questo ci rende orgogliosi», ha ricordato oggi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sottolineando la dimensione bipartisan dell’accoglienza.

Tanti saranno i nodi da affrontare in questo G20 straordinario. A partire dal modo in cui la comunità internazionale potrà continuare a impegnarsi per i diritti umani, delle donnne e contro la povertà dilagante senza un riconoscimento formale del governo dei talebani, più volte escluso dalle cancellerie occidentali. Sul tavolo potrebbe arrivare la formula allo studio dell’Ue, che nei giorni scorsi ha già compiuto una «missione esplorativa» a Kabul per valutare la situazione anche sul profilo della sicurezza. L’ipotesi è quella di una presidio congiunto, con scopi principalmente di coordinamento degli aiuti umanitari e delle eventuali future evacuazioni.

Tra le preoccupazioni principali dei leader, come ha sottolineato Draghi, ci sono poi i possibili effetti destabilizzanti della crisi afghana nella regione e oltre, da possibili ondate migratorie incontrollate al rischio che il Paese torni a essere una base privilegiata del terrorismo. Un timore ribadito proprio oggi da Bruxelles, che ha annunciato la presentazione al Comitato permanente dell’Ue per la sicurezza interna (Cosi) di «un piano d’azione antiterrorismo», che prevede tra l’altro «una procedura a tre livelli per i controlli di sicurezza rafforzati su tutte le persone arrivate nell’Ue a seguito degli sviluppi in Afghanistan».

Non mancherà ovviamente nell’agenda il tema dei diritti umani e della condizione delle donne che, nonostante le promesse dei mullah, nel nuovo Emirato islamico sono sempre più escluse dalla vita pubblica, con il divieto di andare a scuola - tranne che alla primaria - e all’università e il bando di fatto dalla vita politica e lavorativa.

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