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Afghanistan, kamikaze all'aeroporto di Kabul: "Almeno 60 morti e 140 i feriti". L'Isis rivendica

Una grande esplosione è avvenuta all’aeroporto di Kabul. Un attacco suicida a opera di un kamikaze che si è fatto esplodere davanti a uno dei cancelli di ingresso all’aeroporto di Kabul (l'Abbey Gate). Il bilancio, in continuo aggiornamento, è di almeno 60 morti e 140 feriti, dei quali la maggior parte in gravi condizioni. E’ quanto riporta su Twitter il corrispondente del New York Times a Kabul, Fahim Abed. Tra i morti ci sarebbero anche 10 marines americani.

L’esplosione all’esterno dell’aeroporto di Kabul è il risultato di «un attacco complesso» che ha causato vittime statunitensi e civili: lo ha confermato il Pentagono, attraverso il suo portavoce John Kirby. All’esterno dell’aeroporto si è verificata anche un’altra esplosione. Secondo Kirby, la prima esplosione è avvenuta proprio fuori dall’Abbey Gate dell’aeroporto, la seconda vicino al The Barone Hotel. Dopo le esplosioni si sono sentiti colpi di arma da fuoco.

In serata è anche arrivata la rivendicazione dell'Isis

Il corrispondente in Afghanistan di Russia Today ha riferito che si è verificata una terza esplosione nei pressi dell’aeroporto di Kabul. Si attendono conferme.

L’incubo peggiore è diventato realtà in Afghanistan. A poche ore dall’allerta attentati lanciato dagli 007 occidentali, due forti esplosioni hanno squassato l'aeroporto di Kabul. E’ così che il caos delle ultime ore delle operazioni di evacuazione è precipitato nell’orrore.

Un attentato «complesso», secondo le ricostruzioni, nella zona dell’Abbey Gate, area controllata dalle truppe Usa e britanniche dove, al momento dell’attacco, erano ammassate almeno 5.000 persone in attesa di conoscere il proprio destino.

La prima esplosione è stata opera di un kamikaze che si è fatto saltare in aria fuori dal Baron Hotel, che in questi giorni è diventata la base di giornalisti e truppe del Regno Unito. Quindi un altro kamikaze, o un’autobomba secondo altre fonti, più vicino al gate, in prossimità di un canale fognario diventato la terrificante sala d’attesa di migliaia di disperati.

Lì centinaia di famiglie aspettano un cenno dai militari. Da lì i soldati si affacciano per tirar su quelli che ce l’hanno fatta e saranno imbarcati sui voli verso una nuova vita. Lì gli attentatori hanno colpito. Il bilancio di almeno 40 morti, anticipato da un reporter del New York Times, è stato confermato in serata ad al Jazeera da fonti mediche. Mentre a parlare di bambini tra le vittime sono stati i talebani.

Da parte loro i medici dell’ospedale di Emergency a Kabul hanno riferito di dieci persone arrivate morte nella loro struttura e oltre 60 ricoverati.

Il racconto dei testimoni nella capitale afghana è agghiacciante. Cumuli di cadaveri, brandelli di corpi nel canale ricoperto di sangue. Un ex interprete dei marines Usa ha raccontato di aver visto morire tra le sue braccia una bambina di 5 anni.

Le immagini e i video circolati sui social media mostrano feriti trasportati a bordo di carriole sgangherate con l'incessante ululato delle ambulanze in sottofondo. «E' stato come il giorno del giudizio universale, persone ferite ovunque. Ho visto persone correre con il sangue sui loro volti e sui loro corpi», ha raccontato un altro testimone. Nessun italiano è stato coinvolto nell’attentato poiché le esplosioni sono avvenute in un’area distante da dove stanno operando i nostri militari con il personale dell’ambasciata rimasto sul campo.

Poco prima che scoppiasse l’inferno, un C-130 italiano con a bordo anche alcuni giornalisti era decollato tra i proiettili: erano di una mitragliatrice afghana che sparava in aria per disperdere la folla che pressava verso il gate dell’aeroporto ma a bordo si sono vissuti attimi di terrore. Non c'è stata una rivendicazione dell’attacco ma americani e britannici sono certi che sia stato opera dell’Isis-K, lo Stato Islamico della provincia afghana del Khorasan, il gruppo affiliato all’Isis nemico di Al Qaida e dei talebani.

Loro, i nuovi padroni dell’Afghanistan, hanno condannato l’attacco scaricando la responsabilità sugli Stati Uniti: «E' avvenuto in una zona dove la sicurezza è nelle mani delle forze statunitensi», ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid, assicurando che i talebani «stanno prestando molta attenzione alla sicurezza e alla protezione della loro gente» e che i nemici saranno fermati.

Ma il rischio di altri attentati nei prossimi giorni è concreto. E non è chiaro come questo condizionerà le operazioni di esfiltrazione ancora in corso. Il premier britannico Boris Johnson, dopo una riunione del comitato d’emergenza Cobra, ha assicurato che l’evacuazione proseguirà come previsto. Anche il presidente francese Emmanuel Macron, pur riconoscendo che le prossime ore saranno «estremamente rischiose», ha garantito che le evacuazioni continueranno. Altri Paesi, come il Canada e la Germania, hanno già lasciato l’Afghanistan. Domani si concluderà anche il ponte aereo italiano con la partenza dell’ultimo C-130 da Kabul.

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