Il governo peruviano ha rivisto al rialzo il bilancio dei morti per Covid, di fatto più che raddoppiando il bilancio, passato da 69.342 decessi a 180.764. E in questo modo è tornato ad essere il Paese con il più alto tasso di mortalità al mondo, un triste record che aveva già registrato nell’agosto dello scorso anno, durante la prima ondata di contagi.
Nello specifico, il tasso di mortalità nel Paese sudamericano si è attestato a 551 decessi ogni 100 mila abitanti, superando così quello di Paesi come Ungheria e Repubblica Ceca, che a inizio maggio guidavano la classifica mondiale, con tassi di 304 e 283 morti ogni 100 mila abitanti, rispettivamente.
Per chiarire il reale impatto della pandemia, l’esecutivo peruviano aveva creato ad aprile un gruppo di lavoro tecnico composto da esponenti della società civile e funzionari del settore sanitario, che ha utilizzato nuovi criteri per l’identificazione dei casi e creato un nuovo strumento per il conteggio. Il ministro della Salute, Oscar Ugarte, ha tuttavia insistito sul fatto che il rapporto finale «non sta dicendo che ci sono più morti di quanti ce ne fossero» ma che «un numero significativo di morti non era stato identificato finora come causato dal Covid-19».
In settimana la campagna vaccinale potrà avere una accelerazione grazie all’arrivo di più di 2,7 milioni di vaccini, ha annunciato il ministro della Sanità, Oscar Ugarte. Il governo ha stretto accordi con Pfizer, AstraZeneca e Sinopharm.
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